“Con il provvedimento del G.I.P. di Termini Imerese di proscioglimento perchè il fatto non sussiste si conclude un inutile calvario giudiziario durato ben 3 anni. Tanti sono stati gli anni che la giustizia ha impiegato per accertare una cosa che era evidente sin dall’inizio. Non c’era alcuna prova legalmente idonea a sostenere l’accusa in giudizio”.
Esordisce così Alessandro Pagano, ViceCapogruppo della Lega alla Camera dei Deputati, a proposito dell’inchiesta “Voto connection” promossa dalla Procura di Termini Imerese che per Pagano e altre 86 persone aveva chiesto il rinvio a giudizio.
“Con un eccesso di zelo, ho rinunciato a importanti incarichi politici, a cominciare dalla Segreteria Regionale del mio partito, nuocendo di fatto anche ai miei elettori.
Per l’insistenza della pubblica accusa ho dovuto sottrarre energie preziose al mio mandato popolare e impegnare corpose risorse economiche per fronteggiare una accusa del tutto priva di basi. Nel frattempo il tutto si è ingigantito con un tam tam mediatico del quale soltanto oggi possiamo sorridere.
E se la terzietà del G.I.P. è stata chiara e confortante nell’evitare un processo assurdo, mi domando: a chi hanno giovato queste inchieste che non hanno alcuna base? Perché i pubblici ministeri non studiano i casi e le norme prima di chiedere il rinvio a giudizio costringendo i cittadini a costi che nessuno gli rimborserà per intero? Perché se un medico applica una tecnica superata, o un avvocato non si aggiorna, questi pagano di tasca e un pubblico ministero che sostiene tesi infondate, no?
Questo Paese ha bisogno di una magistratura credibile. Anche per questo, con convinzione ho aderito al grande movimento popolare voluto dalla Lega di Matteo Salvini e dai Radicali, per un referendum sulla modifica della magistratura. Il popolo ha bisogno di ritrovare fiducia nei confronti della “giustizia”, fiducia che si è persa per colpa di pochi magistrati organizzati in lobbies”.
Lo ha dichiarato Alessandro Pagano, Vicecapogruppo della Lega-Salvini Premier alla Camera dei Deputati.