Via Santo Spirito: una grande pattumiera

CALTANISSETTA – Via Santo Spirito, trasformata in una grande pattumiera. Tre le discariche a cielo aperto che si incontrano lungo la via che da via Filippo Paladini conduce al villaggio Santa Barbara. Un’arteria abbastanza trafficata e zona residenziale di tante famiglie nissene. La prima discarica a cielo aperto nella quale ci siamo imbattiti durante il nostro tragitto è quella ubicata nello slargo sulla destra procedendo verso l’abbazia di Santo Spirito che conduce alla via Scuderi. Accatastati accanto ai cassonetti come ormai è abitudine in città: sfabbricidi, sanitari ridotti in frantumi, erbacce, porte in legno e altri materiali, tra cui ben tre materassi. I nisseni infatti in questo ultimo periodo sembra che abbiamo pensato bene di sbarazzarsi dei loro vecchi materassi per sostituirli con nuovi abbandonandoli in ogni angolo della città. Uno scenario indecoroso che si ripete pochi metri più in là, nei pressi del curvone. Una discarica ormai storica che bene sia stata ripulita da poco è “rifiorita” grazie al senso civico dei nisseni: numerosi i vecchi mobili in legno che sono stati abbandonati sempre accanto ai cassonetti dei rifiuti tra sfabbricidi e le erbacce con il rischio incendio.
Superata l’abbazia di Santo Spirito ci siamo imbattuti nella terza discarica a cielo aperto. A destare l’attenzione a primo acchito una poltrona, un materasso e dei mobili accatastati accanto ai contenitori dei rifiuti ma avvicinandosi un po’ e guardando meglio nascosti dietro ai bidoni lo scenario che si è presentato alle nostre telecamere è veramente indecoroso. Materiale edile ridotto in frantumi, così come i sanitari, sacchi della spazzatura ripieni di eternit e altro materiale mischiato con spazzatura ormai in avanzato stato di decomposizione che emanano un cattivo odore e persino 2 recipienti di eternit. Materiale speciale anche in questo caso abbandonato tra le erbacce ormai secche che a causa delle alte temperature di questi giorni potrebbero provocare incendi che diffonderebbero ancor di più la dispersione delle fibbre di eternit nell’aria a danno dell’intera cittadinanza.

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