Unità Siciliana LE API. Migranti: Conte chiami l’Europa

Il fenomeno migratorio non si può arrestare.

Gli sbarchi e i salvataggi in mare di disperati continueranno: oltre 7 mila nel mese di luglio, 3247 fino al 21 agosto.

Gli hotspot di Lampedusa e Pozzallo e il CARA di Caltanissetta scoppiano.

Ospitano un numero di migranti che è 10 volte superiore rispetto alla loro normale capacità.

Le condizioni logistiche e igienico – sanitarie sono disumane ed il sovraffollamento dà luogo a rivolte con sassaiole verso gli uomini delle forze dell’ordine.

Poi le fughe, i danneggiamenti alle case disabitate, una situazione di forte tensione tra le nostre popolazioni che non si sentono più protette e quindi in grave pericolo.

Il sindaco Martello di Lampedusa lancia l’SOS.

il sindaco di Caltanissetta Gambino l’aveva già lanciato alcuni giorni addietro con un accorato appello al Ministro degli Interni Lamorgese.

Martello scrive a Conte con toni perentori e si dice pronto a “proteste clamorose” mentre i ministri Lamorgese e Di Maio ritornano dalla missione in Tunisia con un nulla di fatto.

Per ultimo il Presidente della Regione Musumeci provoca il governo nazionale con la firma di un’ordinanza, quantomeno discutibile, per trasferire entro 24 ore tutti i migranti presenti negli hotspot e in ogni centro di accoglienza  fuori dalla Sicilia ; in più il divieto di ingresso, transito e sosta per i migranti che raggiungono le coste siciliane anche a bordo delle O N G.

La misura è colma.

 In queste condizioni, in Sicilia, non è più possibile mantenere l’ordine pubblico, aggravato dalle tensioni causate dalla pandemia Covid.

In questo contesto l’Europa si gira dall’altro lato e Conte?

Sappia Conte che la Sicilia resta sempre una terra di accoglienza e i siciliani non lasceranno mai in mare un migrante ad annegare.

La Sicilia però non può diventare il CARA d’Italia e d’Europa, come abbiamo scritto più volte; Unità Siciliana le Api invita pertanto il governo Conte ad affrontare il problema con impegno, accogliendo I migranti distribuendoli in tutto il territorio italiano e soprattutto lo invitano ad aprire, con la massima urgenza, un “tavolo europeo “che attivi finalmente una politica condivisa dell’immigrazione e dell’accoglienza.

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