Si parla spesso di malasanità, l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta è spesso associato ad incompetenza. Potrebbe anche essere vero, in alcuni casi, ma oggi io scelgo di raccontare la mia esperienza per sottolineare il fatto che non sia corretto fare di tutta l’erba un fascio.
CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Sabato notte mia sorella dopo ben 30 h ininterrotte di febbre alta ha avuto le convulsioni febbrili. Ero disarmata, impotente, essendo lei un soggetto allergico non potevo intervenire con nessun farmaco è quindi scelgo di chiamare il 118.
Ci portano al pronto soccorso, per protocollo eseguono il tampone rapido e quello molecolare, appurata la negatività, prestano tempestivamente aiuto alla giovane paziente.
Quello che voglio sottolineare con questo articolo è l’umanità che ho riscontrato nel personale di turno, i modi gentili ed il tono rassicurante che hanno usato nei confronti di una ragazza molto spaventata e sofferente.
Ringrazio il dott. Marsala che mi ha ascoltata, che si è complimentato con me per il modo in cui mi ero presa cura si mia sorella e sopratutto per aver agito nel migliore dei modi nel pieno interesse della sua paziente. Dovremmo tutti imparare a raccontare anche le esperienze positive, denunciando ovviamente eventuali ingiustizie subite ma cercando di essere sinceri e razionali.
Melissa Mela