Tavolo tecnico in Prefettura: finalmente a soluzione la questione delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza nel territorio provinciale

CALTANISSETTA – Si è svolta nella mattinata di oggi, nella cornice istituzionale del Palazzo del Governo di Caltanissetta, una seduta del tavolo tecnico finalizzato a fare il punto della situazione sullo stato di attuazione del progetto sulle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (in acronimo R.E.M.S.).

Il cennato progetto era stato avviato prima dell’esplosione dell’emergenza pandemica al fine di trovare soluzioni concrete per superare le criticità che la Magistratura requirente e soprattutto quella giudicante incontrano nella fase di irrogazione delle misure di sicurezza nei confronti degli autori di reati incapaci di intendere e di volere, con particolare riguardo al problema delle liste d’attesa e a alle difficoltà affrontate per l’individuazione di misure idonee da applicare ai soggetti in questione, nel tempo necessario per l’inserimento nelle strutture preposte,.

All’incontro, promosso dalla scrivente unitamente ai massimi Vertici della Magistratura, erano presenti, anche l’Assessore Regionale alla salute Ruggero Razza, il Questore, il Colonnello dei Carabinieri e i dirigenti dell’ASP di Caltanissetta.

Nel corso della riunione, il Prefetto ha rimarcato l’enorme importanza che riveste il tema delle R.E.M.S e le gravi difficoltà conseguenti alla carenza di strutture adeguate sul territorio. Al riguardo, l’Assessore regionale alla salute ha annunciato che a strettissimo giro verrà pubblicato il bando per l’individuazione di una struttura da adibire a R.E.M.S. sul territorio di Caltanissetta.

Le autorità giudiziarie presenti hanno accolto con grande soddisfazione la notizia dell’imminente avvio delle procedure per la realizzazione delle cennate residenze. L’esito della riunione di oggi, infatti, rappresenta una svolta importante perché crea le condizioni per realizzare un sistema che assicuri adeguata tutela nei confronti di soggetti fragili, socialmente pericolosi, che non possono essere detenuti.

La soluzione prospettata dall’Assessore regionale, hanno ribadito i Vertici della magistratura, costituisce un primo passo per la risoluzione di una problematica che affligge l’intero distretto della Corte di Appello, rappresentando un primo passo verso un sistema dotato di strutture sanitarie in cui accogliere gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi.

 

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