Svolto il Direttivo Provinciale CGIL di Caltanissetta

Alla presenza del Segretario Generale CGIL Sicilia Alfio Mannino e della Segretaria Generale CGIL di Caltanissetta Rosanna Moncada si è svolto il Direttivo Provinciale CGIL di Caltanissetta.
Tanti i temi in discussione che hanno visto un confronto ricco che ha coinvolto il gruppo dirigente della CGIL di Caltanissetta l’indomani dello Sciopero Generale di CGIL e Uil sulla manovra
finanziaria.
Un analisi chiara e ben precisa quella consegnata al direttivo della Cgil che ritaglia precise responsabilità al Governo Nazionale e Regionale per le politiche che stanno mettendo in campo e che non rispondono ad esigenze reali di ricostruzione e di ripresa del nostro Paese. Una mancanza di prospettiva per il futuro occupazionale del nostro Territorio in termini anche di politiche industriali e di sviluppo economico e soprattutto con la grande assenza del Mezzogiorno. Al netto del 40%delle risorse del PNRR destinate al mezzogiorno ,di fatto , non stiamo assolutamente toccando nulla .basti pensare alla incapacità progettuale e di programmazione e anche a precise scelte politiche su la scelta di criteri che favoriscono il nord del nostro Paese ;come quello legato alla spesa storica per assegnare i fondi per gli l’asili nido. Risulta abbastanza chiaro che in base a quel criterio le risorse andranno di piu al centro nord che al mezzogiorno cosi come le risorse sulle politiche della transizione ecologica e digitale. Non c’è alcun dubbio cosi come rappresentato dal Segretario Generale Alfio Mannino che dobbiamo continuare a mettere in campo una serie di mobilitazioni perché bisogna accendere i riflettori sulla condizione economica e sociale del nostro territorio perché altrimenti rischiamo di veder ancora di più mortificata la condizione di migliaia di lavoratori, di giovani ,donne e pensionati e soprattutto perché è messa in discussione la tenuta democratica nella nostra Regione.
Abbiamo il dovere e la responsabilità di coinvolgere quelle ampie fette di popolazione che ormai guardano alle istituzioni con grande diffidenza perché si sentono tagliati fuori da qualsiasi processo
di e da qualsiasi processo di crescita di sviluppo dei diritti di cittadinanza.

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