Sos Sicilia centrale. Tutela dei siti archeologici, indagini prorogate di sei mesi

CALTANISSETTA – SOS Sicilia centrale, costituita da l’Associazione Alchimia, l’Associazione Archeologica Nissena, il Collettivo Letizia, il Comitato di Gibil Habib, Italia Nostra Sicilia, più Città, la Pro Loco – Caltanissetta, SiciliAntica, la Società Dante Alighieri di Caltanissetta, sottopose i gravissimi problemi dei siti archeologici della Sicilia centrale alla sensibilità, ma soprattutto alla responsabilità degli enti, in un Convegno che si svolse il 22 febbraio 2020 presso il Consorzio universitario di Caltanissetta.

Alle parole di quel giorno, se ne sono aggiunte tante altre, anche da parte della Regione Siciliana, interessata per tramite dell’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, con la visita di una delegazione a Palermo (6 agosto 2020) e una direttamente sui luoghi (19 settembre 2020). Alle promesse di tutela dei siti di Sabucina, Gibil Gabib e Vassallaggi, sono seguite altre rassicurazioni di finanziamento, inizio lavori, collaborazione con le associazioni per percorsi di fruizione. Non è mai mancata la volontà di affiancare, ciascuno nel proprio ruolo e con le proprie competenze, il Parco archeologico di Gela e la Soprintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta, ma ad oggi le interlocuzioni si sono rivelate sterili e i danni erariali conseguenti all’abbandono e alla distruzione dei siti, su cui sono stati impegnati centinaia di migliaia di euro dei cittadini, continua a restare in carico a chi ne dovrebbe svolgere i ruoli di cura e tutela.

Per questo motivo in data 20 maggio 2020 si è giunti alla scelta inevitabile di presentare un esposto alla Procura della Repubblica, sottoscritto da Simona Modeo, Presidente Regionale dell’Associazione culturale di volontariato SiciliAntica, Leandro Janni, Presidente di Italia Nostra Sicilia, Antonino Anzelmo, Presidente dell’Associazione Archeologica Nissena, Piero Cavaleri, Presidente di Più Città – Caltanissetta, in quanto portatori di interessi diffusi in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico e ambientale della Sicilia.

In data 09/04/2021 il PM chiedeva l’archiviazione della denuncia, sul presupposto che i responsabili, oltre ad essere ignoti, erano di difficile individuazione a causa della mancanza di videosorveglianza pubblica e privata (proprio uno dei punti, su cui era stata presentata la denuncia!).

Le associazioni, preso atto che non era stata svolta alcuna indagine e che l’incartamento non includeva altro che la denuncia e le dichiarazioni dei denuncianti, hanno presentato opposizione e oggi sappiamo che le indagini sono state aperte per ulteriori sei mesi (Ordinanza di mancato accoglimento della richiesta di archiviazione con indagini integrative, del 10/12/2021).

Sembra paradossale che enti con personale tecnico, strutture, mezzi, debbano farsi indicare da normali cittadini che i beni di tal natura e importanza, lasciati incustoditi e non sorvegliati in alcun modo, non fanno altro che agevolare le ulteriori azioni di danneggiamento, di pascolo abusivo e abbandono dei rifiuti, con l’ulteriore conseguenza della mancata fruibilità del bene da parte delle collettività influendo negativamente sullo sviluppo economico sociale del territorio interessato.

In questi ultimi mesi si sta assistendo ad una vera e propria “levata di scudi” per salvare e valorizzare l’antenna RAI di colle Sant’Anna da parte sia delle Istituzioni sia di molti cittadini che invece sembrano restare del tutto indifferenti dinanzi alla lenta ma inesorabile scomparsa della storia della città, quella fatta di pietre ed eventi, di ricerche e studi, e che dovrebbe essere protetta più di ogni altra in percorsi programmati ed efficienti di a) tutela, b) attività scientifica, c) fruizione, d) valorizzazione.

Confidiamo che la Magistratura possa e voglia garantire alla comunità e al territorio non tanto l’individuazione dei reati che continuano ad essere compiuti in assenza di sorveglianza, quanto le risposte relative all’obbligo giuridico di gestione del bene di interesse pubblico, che si esercita attraverso un’adeguata gestione e manutenzione ordinaria dei nostri siti.

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