Smantellata cosca di San Cataldo, tra droga e prostituzione 20 gli arrestati,

CALTANISSETTA – Smantellata un’organizzazione criminale armata affiliata alla famiglia di cosa nostra di San Cataldo, retta dal 45 enne Maurizio Di Vita. Un’operazione denominata “Kalyroon” coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia diretta dalla squadra mobile di Caltanissetta – in collaborazione anche con le squadre mobili di Milano, Bergamo, Mantova e Parma – che ha visto l’esecuzione di 18 misure di custodia cautelare in carcere e di 7 arresti ai domiciliari. Venti in tutto dunque le persone coinvolte dell’operazione accusate a vario titolo per i reati di associazione di stampo mafioso, aggravata dall’essere armata, estorsione consumata e tentata, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, associazione per delinquenza finalizzata alla prostituzione minorile, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Sono stati colpiti dalla misura di custodia cautelare: il 45 enne Maurizio Calogero Di Vita con il ruolo di reggente nella famiglia di cosa nostra di San Cataldo, il 49 enne Antonio Domenico Cordaro, il 52 enne Salvatore Cordaro, il 44 enne Alfonso Renato Lipari, il 49 enne Carmelo Gisabella, il 32 enne albanese Elis Deda già in carcere, il 41 enne Vincenzo Scalzo, il 43 enne Cataldo Blandina, il 40 enne Pietro Mulone, il 35 enne Angelo Giumento, il 54 enne Gioacchino Chitè, il 46 enne Vincenzo Ferrara già in carcere e il 34 enne romeno Adrian Daniel Pirvanescu.
Sottoposti agli arresti domiciliari: la 30 enne romena Diana Chiritoiu, il 27 enne Marzo Scalzo, il 49 enne Salvatore Ferrara, il 39 enne Salvatore Cagnina, il 40 enne Giovanni Germano Paladino inteso “Giovanni Chiacchiera”, il 42 enne Fabio Ferrara e il 42 enne Francesco Liuzza, questi ultimi due già in carcere. Irreperibili i due rumeni Adrian Daniele Pirvaniescu e Diana Chiritoiu. Indagine avviata grazie alla collaborazione con la giustizia di Alberto Ferrauto che ha reso note all’Autorità Giudiziaria le sue conoscenze in ordine agli appartenenti e alle attività gestite dalla famiglie mafiose nella provincia di Caltanissetta, dichiarazioni arricchite poi dal contributo di altri collaboratori di giustizia tra cui Pietro Riggio, Agesilao Mirisola ed Ercole Iacona tutti di Caltanissetta e Ciro Varo di Vallelunga Pratameno. Le indagini hanno permesso agli investigatori di raccogliere elementi indiziari sulla perdurante appartenenza di Maurizio Di Vita, Antonio Domenico Cordaro e Salvatore Cordaro a cosa nostra così come emerso nell’operazione “Leopardo” scaturita a seguito delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Leonardo Messina.[maxgallery id=”3107″]

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