Sicilia, paesaggi a rischio

Un “Paradiso abitato da diavoli” diceva Benedetto Croce del Sud Italia. Le medesime parole possiamo utilizzare noi, a distanza di parecchi anni, per la nostra Sicilia. Veniamo al punto. Quasi due anni sono trascorsi, invano, da quando nell’Isola venne diffusa – tra le altre –  la seguente nota istituzionale: “Il dirigente generale del Dipartimento regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana ha ricostituito, fino al gennaio 2018, la Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta, che risulta composta: dal soprintendente per i Beni culturali ed ambientali dr. Lorenzo Guzzardi, dai dirigenti responsabili delle unità operative “Beni paesaggistici” e “Beni architettonici” della Soprintendenza arch. Giuseppe Saggio e arch. Daniela Vullo, dai dirigenti dei servizi “tutela” e “pianificazione paesaggistica” del Dipartimento regionale dei Beni culturali, dalla prof.ssa Wanda Cortese e dal prof. Girolamo Cusimano designati dall’Università di Palermo, dalla prof.ssa Elena Di Blasi designata dall’Università di Messina, dal rappresentante del Comando regionale del Corpo Forestale e dal prof. Leandro Janni designato da Italia Nostra”.

L’istituzione-attivazione della citata commissione risponde a precisi obblighi di legge: Legge 29 giugno 1939, n. 1497″Protezione delle bellezze naturali”,  Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 – “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137”. Il 2014 e il 2015, dunque, sono trascorsi quasi integralmente. Invano. La Commissione per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta non si è mai riunita. Così come non si sono mai riunite tutte le altre commissioni (provinciali) dell’Isola. Questo a causa del non attivato finanziamento, da parte della Regione Siciliana, relativo ai costi di gestione delle commissioni. E dire che azioni necessarie e importanti da porre in essere, nell’ambito della conoscenza, tutela e valorizzazione del paesaggio, dei beni culturali e ambientali, ce ne sarebbero. D’altronde, nemmeno il Consiglio regionale dei Beni culturali è stato più attivato. Che cosa dobbiamo pensare? Che se ne sono dimenticati? Che tali commissioni o consigli preoccupano qualcuno? Di certo siamo profondamente sconcertati dalle persistenti, inesorabili ambiguità e contraddizioni dell’attuale governo regionale

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