Due giorni per rivivere, con intensità e partecipazione, i momenti più toccanti degli ultimi giorni di vita di Gesù Cristo. Il 14 e 15 aprile 2025, in occasione del Lunedì e Martedì Santo, il centro storico si trasformerà in un palcoscenico a cielo aperto per ospitare ‘A Scinnenza, sacra rappresentazione curata dal Teatro della Parola – A.Te.Pa., che rinnova una tradizione teatrale e spirituale profondamente radicata nella cultura popolare.
‘A Scinnenza è umanità nuda. È dolore, compassione, forza. È il racconto condiviso di un popolo che non dimentica. Il termine “Scinnenza”, dal siciliano scìnniri (scendere), indica infatti la deposizione di Gesù dalla croce: il momento culminante e più drammatico dell’intera rappresentazione.
Lunedì Santo – 14 aprile 2025, ore 18:30
Il primo atto della sacra rappresentazione prenderà il via dalla Chiesa di Santa Croce per svilupparsi attraverso il centro storico, coinvolgendo l’Atrio della Biblioteca Scarabelli e concludersi davanti la Chiesa di Sant’Agata, lungo Corso Umberto I.
In scena, l’Ingresso a Gerusalemme, l’Ultima Cena, la Lavanda dei Piedi, l’Istituzione dell’Eucaristia e la Cattura di Gesù.
Martedì Santo – 15 aprile 2025, ore 18:30
Il secondo giorno si entra nel cuore del dramma: si inizierà con il processo a Gesù davanti a Ponzio Pilato, seguito dalla flagellazione, quindi si vivrà il cammino della Via Crucis, lo spoglio, la crocifissione e la morte del Cristo, fino al momento più atteso: ‘A Scinnenza, la deposizione di Gesù dalla croce.
Ma la narrazione non si chiude lì: il pubblico assisterà anche al pentimento e suicidio di Giuda e, infine, alla Resurrezione.
Il corteo partirà ancora una volta dalla Chiesa di Santa Croce, snodandosi lungo corso Vittorio Emanuele, via Cavour, fino alla Scalinata Silvio Pellico. Dopo la flagellazione, il percorso continuerà attraversando via Cavour, corso Vittorio Emanuele, corso Umberto, via Redentore e via Maddalena Calafato, per concludersi ai piedi della Scalinata Lo Piano, dove andrà in scena l’ultimo, toccante atto.
Due serate di fede e memoria, in cui la parola si fa corpo, il dolore si fa rito, e la comunità diventa interprete e testimone di un mistero eterno.