Il grande pittore e scultore francese Edgar Degas ha scritto: «Se le foglie degli alberi non si muovessero, gli alberi sarebbero infinitamente tristi e la loro tristezza sarebbe la nostra.»
Le foglie e i rami degli alberi di viale Indipendenza, a San Cataldo, non si muovono più. Non si muovono perché non esistono più, in conseguenza di una recente, brutale capitozzatura.
Ancora una volta siamo costretti a informare – citando quanto scrive la SIA, Sociatà Italiana d’Arboricoltura – che «la capitozzatura è la più dannosa tecnica di potatura degli alberi, anche quando praticata su piante ornamentali. Eppure, nonostante più di trent’anni di letteratura, seminari e convegni per spiegare i suoi effetti nocivi, la capitozzatura rimane una pratica diffusa.
La capitozzatura è il taglio indiscriminato del fusto, delle branche primarie o di grossi rami e permette di potare un albero in circa mezz’ora e con personale poco qualificato, mentre una potatura più attenta può richiedere 2-3 ore per albero. Il motivo più frequente per cui si pratica la capitozzatura è la riduzione delle dimensioni di un albero e ciò deriva dalla paura che gli alberi troppo alti possano costituire un pericolo. La capitozzatura, tuttavia, non è un metodo adeguato di riduzione dell’altezza e in generale delle dimensioni della chioma e non riduce il pericolo né di ribaltamento né di cedimenti. In realtà, la capitozzatura renderà l’albero più pericoloso nel lungo termine.
Dopo la capitozzatura, se l’albero non possiede una riserva di energia sufficiente, il rischio che muoia è molto alto. Un albero capitozzato è più vulnerabile agli insetti e alle malattie. Alcuni insetti sono attratti dalle sostanze chimiche rilasciate dai tessuti interni esposti. In più, i tagli della capitozzatura consentono un facile accesso alle parti interne dell’albero ai funghi agenti di carie del legno (alburno e durame) causandone il degradamento, provocando cavità e rendendo meno robusta la struttura.
L’asportazione di una così grande quantità di rami e foglie produce una grande quantità di radici morenti che minano l’ancoraggio dell’albero e causano una perdita di apporto di sali ed acqua. Un albero capitozzato ha un’aspettativa di vita molto inferiore rispetto ad un albero potato correttamente. E inoltre, l’improvvisa esposizione di branche e fusto ai raggi solari, a causa della rimozione di grosse porzioni di chioma, può provocare la scottatura dei tessuti appena al di sotto della corteccia. Queste scottature possono, a loro volta, provocare cancri, distaccamento della corteccia e perfino la morte della branca.
La naturale ramificazione di un albero è una meraviglia biologica. La capitozzatura distrugge irrimediabilmente la forma naturale di un albero lasciando, al posto di ramificazioni proporzionate e armoniose, orribili monconi.
Il costo della capitozzatura non si limita all’intervento in sé. Se l’albero sopravvive, richiederà entro pochissimi anni di essere nuovamente potato. La possibilità che vento, pioggia e neve provochino la rottura di rami più o meno grossi è maggiore e sarà quindi necessario intervenire per rimuoverli. Se l’albero muore, dovrà essere rimosso.
La capitozzatura implica una serie di costi di manutenzione decisamente maggiori rispetto ai costi di una corretta potatura. Quando un albero deve essere ridotto in altezza o diventa troppo ingombrante è possibile ridurne la chioma senza distruggerne l’armonia e, soprattutto, senza grossi tagli. Se un ramo deve essere accorciato, lo si può fare rimuovendolo a partire dall’inserzione con un ramo secondario (taglio di ritorno). In questo modo l’albero è in grado di rimarginare la ferita del taglio in un lasso di tempo accettabile».
La capitozzatura implica una serie di costi di manutenzione decisamente maggiori rispetto ai costi di una corretta potatura. Quando un albero deve essere ridotto in altezza o diventa troppo ingombrante è possibile ridurne la chioma senza distruggerne l’armonia e, soprattutto, senza grossi tagli. Se un ramo deve essere accorciato, lo si può fare rimuovendolo a partire dall’inserzione con un ramo secondario (taglio di ritorno). In questo modo l’albero è in grado di rimarginare la ferita del taglio in un lasso di tempo accettabile».
Insomma: la potatura degli alberi è un intervento difficile e delicato e deve essere eseguita da un arboricoltore professionista, meglio se certificato “European Tree Worker”. Un arboricoltore è in grado di determinare il tipo di potatura necessaria per migliorare la salute, l’aspetto e la sicurezza degli alberi. E sicuramente, un arboricoltore non ti consiglierà di fare, né farà mai, una capitozzatura.
Il triste risultato conseguente alla capitozzatura di questi giorni degli alberi di Viale Indipendenza, adiacenti all’Istituto Comprensivo Statale “G. Carducci”, è evidente. Pertanto, noi di Italia Nostra non possiamo che esprimere disapprovazione per operazioni come questa, nell’auspicio che ci sia maggiore attenzione, rispetto e cura verso gli alberi, verso le piante che vivono insieme a noi.
Prof. Leandro Janni, presidente di Italia Nostra Sicilia