PALERMO – “È grave che il governo della Regione vada a Roma a discutere con l’esecutivo nazionale di legge di Stabilità senza aver ascoltato in alcun modo, prima, le forze economiche e sociali regionali. Il sindacato non abdicherà al proprio ruolo negoziale”. Così Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia, parlando a Palermo ai vertici provinciali e delle federazioni regionali della Cisl. “Non abbiamo avuto il piacere di vedere il documento di cui Crocetta ha già discusso nel vertice di maggioranza e che venerdì sarà portato a Roma”, ha detto Milazzo ricordando che lunedì prossimo, 2 febbraio, si terrà a Palermo, con Cgil e Uil, un attivo unitario che avrà al centro proprio i temi del rapporto con il governo e le politiche economiche e sociali regionali.
Riguardo alle indiscrezioni sulla prossima Finanziaria pubblicate in questi giorni dalla stampa, “siamo perplessi – ha denunciato Milazzo – per il fatto che la politica alza la voce se si discute di adeguare alle norme nazionali i compensi degli amministratori pubblici mentre si allinea senza fiatare alle richieste di Roma che ricadono sulla testa di chi lavora”. Per la Cisl, Crocetta farebbe bene piuttosto a lavorare per dare attuazione piena agli articoli 36, 37 e 38 dello Statuto speciale, che disciplinano l’Autonomia finanziaria della Regione. Se del caso “anche ritirando la firma dagli accordi-capestro che ha già sottoscritto con il governo nazionale”. “Senza l’attuazione degli articoli 36, 37 e 38, qualunque manovra lacrime e sangue finisce con l’essere solo massacro sociale insufficiente a evitare la bancarotta”, scrive la Cisl in una nota annunciando, sui temi della finanza regionale, l’intenzione di promuovere entro febbraio un movimento di opinione.
Milazzo, al tandem Crocetta-Lo Bello, governatore e assessore regionale alla Formazione, chiede anche di “uscire dall’ambiguità in materia di formazione professionale e dire chiaramente, nel giro di qualche giorno, cosa abbia in mente di fare”. La nuova programmazione non è neppure partita e “i lavoratori – sono sue parole – non possono correre il rischio di finire a mare o pagare il conto della negligenza del governo e dei suoi uffici”. In tema di Province, con la “riforma-non riforma” che il governatore ha voluto, sembra di essere immersi in una realtà virtuale. Serve tornare al più presto alla realtà reale con l’istituzione, tra l’altro, delle città metropolitane. Perché oltretutto, ha rimarcato Milazzo, “se non si fanno le città metropolitane si perdono le ingenti risorse comunitarie previste per questi nuovi enti”. E anche qui, a pagare il conto non possono essere, poi, i lavoratori.