Finalmente un po’ di giustizia per gli ASU dei Beni Culturali, con la pronuncia delle Corte Costituzionale di non fondatezza dell’impugnativa dell’Art.11 L.R. n.1 del 22 febbraio 2019, promossa da Presidente del Consiglio dei Ministri per il transito in utilizzo diretto dei lavoratori ASU, impiegati presso i siti e gli uffici dell’Assessorato Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. I tavoli di confronto con le istituzioni per la resistenza davanti alla Corte Costituzionale, alla contestazione del Governo Nazionale chiesti dalla FPCGIL hanno avuto l’esito sperato. La Corte Costituzionale, con sentenza n.199/2020, ha confermato le osservazioni proposte dalla FPCGIL e fatte proprie dalla Regione, confermando che nella norma non si rivelano violazioni costituzionali e che è possibile utilizzazione diretta presso il Dipartimento Beni Culturali dei Lavoratori ASU senza la intermediazione di altri soggetti (n.d. Cooperative). Sono circa 300 i lavoratori ASU precari storici, in servizio presso musei, siti e strutture dei Beni Culturali Siciliani, utilizzati per far fronte alle carenze di organico del Dipartimento Beni Culturali, non hanno un contratto di lavoro, e percepiscono un sussidio di 590 euro, senza il riconoscimento di indennità per turnazioni e/o festivi. Ora è il momento che il Governo della Regione si faccia promotore della norma che avvii immediatamente un percorso di stabilizzazione di questi lavoratori. La FPCGIL ritiene infine che, vista la pronuncia della Suprema Corte, non si vedono motivazioni per cui gli ASU che lavorano presso enti regionali, Genio Civile e Motorizzazione, non debbano transitare in utilizzo diretto presso tali enti, dove oggi svolgono le loro funzioni lavorative in regime di convenzione tramite le Cooperative.