Pronto soccorso all’avanguardia? “San Cataldo ripartiamo insieme” risponde

In merito alle visita da parte dei componenti della VI Commissione Consiliare Sanità al Pronto Soccorso dell’Ospedale Sant’Elia e alla dichiarazione da parte della Presidentessa Nina Schirmenti in cui afferma:
“Sono rimasta piacevolmente sorpresa, ho trovato una struttura all’avanguardia, organizzata nei minimi dettagli, con personale molto  qualificato. Una struttura  completamente diversa da come siamo abituati a ricordarla”, il gruppo San Cataldo ripartiamo insieme amministrato da Claudio Lipari, ha chiesto ai propri membri di raccontare le esperienze personali vissute presso il pronto soccorso recentemente ristrutturato e riorganizzato. Ciò che ne è venuto fuori era alquanto prevedibile ed allo stesso tempo sconfortante.
Centinaia di persone hanno smentito tutti gli elogi e la buona organizzazione di cui tanto si parla nell’articolo di riferimento. Ognuno, con la propria esperienza, ha espresso feedback negativi in merito alla scarsa organizzazione, alla mancanza di personale e, non di rado, alla poca sensibilità da parte del personale dipendente nei confronti dei pazienti e dei familiari che aspettano dietro la porta di una sala d’attesa.
Sicuramente all’edificio sono stati apportati grandi migliorie, ma la carenza di personale e la “mancanza di umanità” non lo rendono un ospedale confortevole per i “comuni mortali” costretti ad aspettare anche 7 ore per una medicazione causata da un incidente, come riportato nell’articolo del fatto nisseno del 21/11/2021 dal titolo “Pronto Soccorso S.Elia: odissea di 7 ore per un dito da medicare” o tante altre brutte esperienze come, ad esempio, la vicenda del 14 ottobre 2021 raccontata dal Giornale Nisseno dal titolo “Sono stata 2 giorni al Pronto Soccorso del Sant’Elia, caos, esami persi, anziani abbandonati”, sconvolta e stremata dall’accaduto, la giovane nissena si esprime pubblicamente dicendo: “Medici e infermieri sotto organico, tutti impegnati con il covid. Al Pronto Soccorso ho visto anziani lasciati soli in barella a chiedere aiuto e a chiedere invano da bere. Un uomo giunto in codice rosso dopo un incidente stradale, a Villalba, è stato lasciato in barella per un’ora e gridava dal dolore: meglio morire! Ho vissuto due giorni di agonia e, fortunatamente, ne sono uscita senza nulla di grave. È una situazione insostenibile che è giusto rendere pubblica!“.
Abbiamo raccontato meno dell’1% delle segnalazioni ricevute ma si potrebbe parlare e scrivere per interi giorni dei disservizi del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia.
In conclusione chiediamo di lasciare fare queste “recensioni” ai pazienti o ai familiari che li assistono, poiché, l’esito di una visita delle Istituzioni fatta con largo preavviso, potrebbe rendere l’ambiente perfetto, da sogno e ad anestetizzare la realtà.

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