Processo Saguto. Sava: ”Un processo nato da indagini e non da sollecitazioni dei media è stato doloroso pure per noi”

CALTANISSETTA – “Non un processo all’antimafia non un processo ad un sistema, ma un’attenta analisi su carte e documenti. Una fotografia di un momento storico in cui rappresentanti delle istituzioni hanno commesso reati”. Con queste parole ad inizio requisitoria il procuratore generale di Caltanissetta Lia Sava ha voluto mettere dei paletti fermi sull’esegesi del processo Saguto. Ha rimandato al mittente tutte le interpretazioni secondo le quali l’indagine sia nata da sollecitazioni mediatiche. “La genesi di questo processo prescinde da qualsiasi sollecito mass mediatico nasce dalla collaborazione di tra le procure di Palermo e Caltanissetta.” Tredici imputati, magistrati, avvocati, professori universitari, professionisti, sui quali le procure hanno indagato per poco meno di due anni. Sono 23 le parti civili. “Un processo doloroso, un coltello senza manico questo è stato per la procura, ci siamo feriti anche noi – ha ribadito Lia Sava- Questo non è un processo sull’etica. Se avessimo voluto fare un processo etico non ci saremmo preoccupati di redigere capi d’imputazione così dettagliati .” E’ entrata nei dettagli della sentenza di primo grado. La procura ha impugnato l’assoluzione dai capi d’imputazione che riguardavano l’associazione a delinquere. Il procuratore Sava ha ribadito come i due tronconi dedicati all’associazione tra Silvana Saguto e Gaetano Cappellano Seminara amministratore giudiziario e Carmelo Provenzano professore della Kore sussistono. Tra gli imputati in aula soltanto Lorenzo Caramma marito dell’ex giudice condannata in primo grado a otto anni e sei mesi. Settanta capi di imputazione contestati a Silvana Saguto: tra i quali anche la corruzione, abuso d’ufficio. Presente anche l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara amministratore giudiziario: per lui 7 anni e 6 mesi di carcere in primo grado. Il procuratore Antonino Patti ha trattato la posizione di Walter Virga giovane figlio di un giudice (Tommaso, assolto nel rito abbreviato), messo a guida dell’ impero sequestrato agli imprenditori Rappa. Condannato ad un anno e 10 mesi in primo grado. A seguire la prossime udienza fissata per giovedì 10 febbraio la dottoressa Lucia Brescia e chiuderà il pm claudia pasciuti applicata al processo.(Ivana Baiunco)

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