Presidio No Muos a Caltanissetta contro la repressione

CALTANISSETTA – Nonostante pioggia e maltempo, nella mattina di sabato 19 novembre ’16, sono arrivati a Caltanissetta da molte parti della Sicilia gli attivisti No MUOS (Mobyl User Objective System) per il presidio protesta di contro le denunce, gli avvisi di garanzie e i rinvii a giudizio emessi per i tre anni di lotta a Niscemi, dove l’impianto USA è allocato. Nonostante il procedimento penale in corso sulla mancanza di autorizzazioni per la costruzione del MUOS, il Tribunale del Riesame di Catania, pochi mesi fa, ha annullato il sequestro per abusivismo  dell’impianto disposto dalla Procura di Caltagirone. Poco dopo, le autorità militari americane hanno annunciato l’operatività del MUOS, e gli attivisti hanno registrato una continua escalation di atti giudiziari nei loro confronti. Addirittura, nel mese di gennaio,  dovrebbe tenersi la prima udienza del processo a carico di ben 129 attivisti, rinviati a giudizio per due episodi, l’ingresso nel 2013 nell’area recintata dove sono impiantate le antenne, e la liberazione simbolica, il 25 aprile 2014, del pozzo d’acqua dentro  il recinto innalzato dalla Marina USA all’interno della sughereta di Niscemi. 

“Manco la mafia è stata più interessata da un processo con  questi numeri, dopo il maxiprocesso di trent’anni fa”, hanno sottolineato molti osservatori dopo la diffusione della notizia. Altri sottolineano l’accanimento contro il Movimento No MUOS che non intende fermare le attività di sensibilizzazione e di protesta: “Punirne uno per educare 100: questa sembra essere la logica di chi vuole i cittadini sempre in silenzio. O addirittura collusi con chi svende territori e salute per le   guerre crudeli,  illegali ed eticamente indifendibili che fanno del Mediterraneo zona di crescente militarizzazione.” 

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