CALTANISETTA – Sono stati traditi dalle impronte digitali lasciate su un depliant e sull’auto utilizzata per la fuga due pregiudicati palermitani, Pietro Alfano 25 anni e Vincenzo D’Amico 24 anni tratti in arresto dagli uomini della Squadra mobile diretta dal vice questore aggiunto Marzia Giustolisi, coadiuvati dalla squadra mobile di Palermo, per la rapina alla Bcc “G. Toniolo”, colpo messo a segno nell’agosto del 2014 che fruttò ai ladri 23.255 euro. (foto e video polizia sabato 9,11 e ore 10,13)
Entrambi i pregiudicati sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare con sottoposizione agli arresti domiciliari e l’applicazione del braccialetto elettronico emessa dal gip del Tribunale di Caltanissetta, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Contestato anche il furto dell’autovettura utilizzata per la rapina e il porto illegale in luogo pubblico di armi.
Tre uomini a volto coperto, così come si ricorderà il 29 agosto del 2014, hanno fatto irruzione all’interno della banca e dopo aver immobilizzato due dipendenti e il direttore, nonché i clienti, sotto la minaccia di taglierini si sono fatti consegnare i soldi nelle casse. Dopo aver colpito con un pugno uno dei cassieri lo hanno trascinato e usato come scudo per uscire fuori dalla banca dove ad attenderli c’erano altri due complici a bordo di una Fiat Grande Punto.
L’analisi meticolosa delle immagini del sistema di videosorveglianza della banca ha consentito di notare un particolare utile per incastrare i rapinatori: uno di essi dopo essere entrato in banca aveva preso un depliant, lasciato cadere a terra durante la rapina, ritrovato poi su una sedia e sul quale sono state rinvenuti frammenti di impronte papillari latenti ma non compatibili con quelli di altri soggetti sottoposti a rilievi dattiloscopici. Altre impronte sono state trovate nella portiera posteriore sinistra della macchina, rubata il 5 agosto a Bagheria così emerso dalla prime indagini e rinvenuta un mese dopo nel piazzale antistante la chiesa di San Michele.
Lo scorso 4 maggio la Squadra Mobile di Palermo ha tratto in arresto per il possesso di armi da fuoco detenute illegalmente Pietro Alfano e inserito le sue impronte nella banca dati nazionale delle impronte digitali trovando così una corrispondenza con i frammenti ritrovati nel depliant abbandonato durante la rapina. Anche gli accertamenti sul’impronta rinvenuta nell’auto davano esito positivo appartenendo al dito medio della mano destra di Vincenzo D’Amico, che si era posizionato sul sedile posteriore sinistro dell’auto e che durante la rapina era saltato sul bancone facendosi consegnare i soldi. Sia Alfano che D’amico sono stati anche riconosciuti nelle foto segnaletiche da alcuni testimoni. Proseguono intanto le indagini per risalire all’identità degli altri tre complici.