Polizia, sequestrati beni da mezzo milione di euro a indiziato gelese

GELA (CL) – Nella giornata di ieri, gli agenti della Divisione Polizia Anticrimine – Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Caltanissetta hanno posto sotto sequestro un fabbricato per civile abitazione ubicato in Gela, in via Monfalcone, di dieci vani, elevato su due piani; undici mila metri quadrati di terreni, siti nel territorio di Gela, in Contrada Settefarine; nonché conti correnti, depositi a risparmio, buoni fruttiferi postali e carta postepay, per un valore complessivo di mezzo milione di euro, riconducibili al gelese Rosario Consiglio, classe 1966, pregiudicato, inserito a pieno titolo nell’organizzazione mafiosa denominata “Cosa Nostra”- “Gruppo Alferi”.

I beni oggetto del provvedimento restrittivo oltre al Consiglio erano intestati, al fine di eludere le investigazioni patrimoniali, alla moglie ed ai figli. Il sequestro è stato disposto dal Tribunale di Caltanissetta – Sezione Misure di Prevenzione, ai sensi della normativa antimafia, a seguito della proposta per l’irrogazione della misura di prevenzione patrimoniale formulata lo scorso mese di giugno dal Questore Bruno Megale. Le indagini patrimoniali, compendiate nella citata proposta ai sensi del Decreto L.vo 159/2011 (c.d. codice antimafia), hanno dimostrato una evidente sproporzione tra il reddito dichiarato dal Consiglio ed il valore dei beni intestati allo stesso.

È stato accertato, inoltre, che  Rosario Consiglio nel corso degli anni era riuscito, con profitto derivante dalla gestione delle numerose attività illecite del clan ed avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo, ad accumulare ingenti capitali.

Lo stesso annovera precedenti penali e di polizia per ricettazione, reati ambientali, lesioni personali, uso di atto falso, violazione di sigilli, attività non autorizzata di raccolta/trasporto e smaltimento rifiuti speciali.

Nel 2013 è stato tratto in arresto dalla Squadra Mobile di Caltanissetta, in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, in data 8.1.2013, dal GIP del Tribunale di Caltanissetta (Operazione c.d. “Inferis”), poiché sottoposto ad indagini per il reato di cui all’art.416 bis, quale appartenente all’associazione mafiosa denominata “cosa nostra – gruppo Alferi”.

Con il medesimo provvedimento è risultato indagato per estorsione ed illecita concorrenza mediante minaccia, con l’aggravante di avere commesso i fatti in qualità di partecipe dell’associazione di tipo mafioso denominabile “gruppo Alferi”, di essersi avvalso delle condizioni previste dall’art.416 bis e di avere agito al fine di agevolare l’attività della predetta associazione.

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