CALTANISSETTA – Le notizie di questi giorni descrivono una politica cittadina concentrata in un dibattito schizofrenico sugli assetti istituzionali e sugli equilibri di potere interni alla Giunta ed al Consiglio comunale. Una discussione contraddittoria che rischia di confondere i cittadini e le cittadine di Caltanissetta. Il sindaco si accinge discutere in Consiglio comunale la relazione di metà mandato e a rivendicare in quella sede il successo del suo operato, la sua maggioranza però sembra impegnata a ridefinire una squadra di governo che in più di un’occasione non si è dimostrata pienamente all’altezza delle sfide cui era chiamata.
Di contro, anche tra le forze di opposizione fatica ad emergere un’alternativa convincente ed inclusiva. Il risultato di questa impasse è sotto gli occhi di tutti, si discute di rimpasto, di dimissioni, di nuovi assessorati, di avvicendamento alla Presidenza del Consiglio comunale, senza dire nulla della città e delle sfide cui è chiamata.
Con il Circolo Faletra proponiamo un ordine di ragionamento del tutto opposto. Pensiamo, cioè, che occorra guardare Caltanissetta, riconoscendo che la nostra città ed il nostro territorio vivono problemi che richiederebbero risposte rapide, lungimiranti e radicali.
Lo hanno ricordato i commercianti del centro storico scrivendo un’accorata lettera indirizzata al nostro Vescovo, ove si indicavano due dati allarmanti: 350 negozi chiusi in sette anni e 4480 concittadini emigrati in sei anni.
Sono numeri che fanno il paio con altre rilevazioni: circa seimila studenti in meno nelle scuole della provincia negli ultimi sei anni, appena nove posti nido ogni cento bambini, il tasso di occupazione fermo al 41%, quattro giovani su dieci che non studiano e non lavorano.
La nostra città ed il nostro territorio si collocano agli ultimi posti nelle classifiche nazionali per qualità della condizione femminile, per numero di laureati e diplomati, per numero di anni di studio fruttuosamente compiuti, per retribuzione media annua, per numero di nuove attività imprenditoriali che vengono attivate, per numero di persone che leggono un libro o un quotidiano, o che partecipano a percorsi di formazione continua.
Una città ed un territorio in cui fondamentali diritti di cittadinanza sono negati dall’assenza di un sistema di trasporto pubblico adeguato e dalla pessima gestione del sistema sanitario.
In questo scenario occorrerebbe davvero fuggire dai personalismi e dalle alchimie politiciste, dedicando ogni energia ai problemi della città e della nostra provincia. Problemi che richiederebbero una strategia di lungo periodo, ma che impongono già oggi decisioni immediate e scelte concrete.
Noi pensiamo che occorrerebbe riflettere immediatamente su tre questioni: gli ingenti finanziamenti pubblici che potrebbero arrivare, il modello di gestione da adottare per impiegare al meglio le nuove risorse, le politiche di contrasto alle povertà.
Il punto di partenza sta certamente nelle risorse che arriveranno o potrebbero arrivare sin dai prossimi mesi: Agenda Urbana, i fondi del PNRR, le risorse destinate al potenziamento della rete infrastrutturale, il progetto Reboot di cui si è discusso pochi mesi fa, il Parco sullo stile di vita mediterraneo.
Su questo fronte suscitano preoccupazione le notizie di stampa in merito ai ritardi accumulati nel finanziamento dei progetti di Agenda Urbana, se si corre il rischio di perdere 19 milioni di euro di investimenti per inefficienze del Governo regionale allora è giusto che la città batta i pugni sul tavolo e faccia sentire la sua voce con chiarezza. Il Partito Democratico lo farà certamente, anche con il sostegno della sua deputazione regionale.
Accanto al tema dei finanziamenti occorrerebbe però riflettere sul modello di gestione da adottare per impiegare al meglio le risorse di cui tanto si discute e per dare pieno valore al nostro patrimonio artistico, urbanistico e culturale. Si tratta di una questione cruciale, da affrontare aprendo una vertenza con la Regione sullo stato di gravissimo degrado cui versano i siti archeologici e di archeologia industriale del nostro territorio, ma anche con l’adozione di un regolamento comunale sui beni comuni e con la realizzazione di un sistema integrato di promozione ambientale e culturale che consenta di gestire con efficienza il patrimonio artistico e paesaggistico della città.
Da ultimo, il tema delle politiche di contrasto alle povertà. Povertà plurali, che riguardano la qualità e la dignità del lavoro, ma anche l’accesso all’istruzione ed il riconoscimento del fondamentale diritto alla salute. Su questi temi occorrerebbe davvero una svolta radicale, partendo dalla battaglia per la difesa dell’Ospedale Sant’Elia e per l’efficienza del servizio sanitario, ma anche dalla realizzazione di un protocollo per appalti pubblici di qualità che contrasti sfruttamento e lavoro nero, dalla promozione di un’agenzia comunale per le politiche attive del lavoro che superi le inefficienze della Regione, dall’adozione di patti educativi territoriali che sappiano coniugare le politiche di contrasto alla dispersione scolastica con l’impegno per la rigenerazione urbana.
Ecco, a fronte della discussione politicista degli ultimi giorni noi continueremo ostinatamente a discutere di questi temi, presentando le nostre proposte e le nostre idee. Lo faremo perché siamo convinti che la politica ha il compito di guardare alle persone in carne ed ossa e di lottare per il loro riscatto.
Carlo Vagginelli
Segretario Circolo PD Guido Faletra