CALTANISSETTA – Apprendiamo dagli organi di stampa che l’Assessorato all’Istruzione e alla formazione professionale ha
istituito in sede regionale altri sette Istituti Tecnici Superiori (I.T.S.) che si aggiungono a quelli già istituiti
negli anni precedenti e che si rivolgono come “cuscinetto” a chi una volta diplomato non continua con
percorsi universitari, ma intende specializzarsi conseguendo una certificazione corrispondente al V livello
del Quadro europeo delle qualifiche – EQF. Nella mappatura complessiva della offerta formativa siciliana, la
città e la provincia di Caltanissetta risultano le uniche escluse.
La situazione amareggia, ma non sorprende, dal momento che gli I.T.S., secondo il bando uscito lo scorso
anno, avrebbero potuto essere richiesti a partire dalla costituzione di una Fondazione stimolata dagli enti
locali, in sinergia con le istituzioni scolastiche, imprese e Università. Altre possibilità in meno e, cosa ancor
più grave, nel settore della formazione scolastica! Attorno a noi, nell’ennese saranno operativi due I.T.S., nel
ragusano ve ne saranno tre, bisognerà recarsi nella madonita Castelbuono per formarsi in “Tecnologie e
sistemi agroalimentari”. Persino Ribera e Canicattì avranno il loro I.T.S in “Tecnico superiore della filiera
cerealicola in ambiente mediterraneo”, “Tecnico superiore per il controllo, la valorizzazione e il marketing
delle produzioni lattiero-caseari siciliane” e Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali”.
In un quadro sistematico e coerente di rafforzamento della centralità nissena e di una sua identificazione
definita dei servizi, l’istruzione gioca un ruolo fondamentale, perché consente ai nostri giovani di trovare in
sede un’offerta differenziata e perché ciò attira inevitabilmente gli studenti di altri centri. In questo caso, dal
momento che da anni si lavora all’istituzione di altri corsi di laurea che, in virtù di positive scelte compiute
negli anni passati anche in ordine alle rappresentanze in Direttivo e in Assemblea, di recente sono stati
deliberati presso il C.d.A. dell’Ateneo palermitano, sarebbe stato molto coerente richiedere un I.T.S.
nell’area “Nuove tecnologie della vita” che, in Sicilia, non ha ancora una proposta in area centrale.
Un’ennesima dimostrazione di come per portare avanti una concreta proposta di sviluppo economicoculturale
di un territorio occorrano: a) progetti chiari e definiti; b) chiarezza delle procedure per portarli a
compimento; c) coinvolgimento degli attori sociali; d) volontà di non farsi distrarre dall’obiettivo; e) essere
garanti dei cittadini trovando soluzioni utili alla collettività. Tutti questi elementi non hanno costituito un
patrimonio dell’amministrazione uscente e a pagarne le spese è ancora una volta il territorio, in questo caso i
giovani in formazione.
piùCittà ritiene sia fondamentale, nell’ottica di una nuova proposta amministrativa, mettere nel conto delle
occasioni da recuperare l’istituzione di una Fondazione per la richiesta di uno o più I.T.S. valutando anche
altre aree formative di indubbio interesse: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie per il
made in Italy, per i beni e le attività culturali – turismo, nuove tecnologie della informazione e della
comunicazione. Dal momento che l’Amministrazione comunale non ha ritenuto di dover mettere in moto uno
stimolo utile in questo ambito, nei prossimi giorni ci faremo promotori, nella opportunità di un nuovo bando,
di un contatto con i vertici del Consorzio universitario per progettare una proposta che agganci l’offerta degli
istituti superiori cittadini e i corsi di laurea attivi.