E’ con crescente esasperazione e sconcerto che abbiamo assistito in queste ultime torride settimane all’ennesima “emergenza” rifiuti: per fortuna oggi posticipata di qualche mese, grazie all’ennesimo nuovo piano di conferimento dei rifiuti dei Comuni siciliani, con Sua disposizione attuativa dell’1 agosto u.s.
Dal lontano 1975 l’allora CEE imponeva che gli stati europei attuassero la raccolta differenziata. Tale direttiva venne recepita dall’Italia, in maniera organica, solo nel 1997 con il Decreto Ronchi, che fissava una serie di obiettivi scalari di raccolta differenziata. Tali obiettivi sono stati poi rivisti con il D.Lgs. 152/2006. La nostra Regione, come Lei ben sa, avvalendosi del suo Statuto Speciale, ha recepito le suddette norme in ritardo, con obiettivi e tempi più diluiti, subendo oltre 10 anni di Commissariamento per emergenza rifiuti da parte dello stato. Risultato: ad oggi non esiste ancora in Sicilia una vera e diffusa filiera di raccolta, differenziazione e riciclo dei rifiuti. I dati ci dicono che la percentuale media siciliana è ancora sotto il 10%, mentre avrebbe dovuto essere del 65% entro il 31 dicembre 2015.
Le politiche regionali di gestione dei rifiuti, negli ultimi venticinque anni, sono state a dir poco fallimentari: passando dal commissariamento per l’emergenza, dal 1999 al 2012, affidato prima a Cuffaro e dopo a Lombardo, sino alla costituzione di quel disastro finanziario che sono stati, tranne pochissime eccezioni, gli ATO. La Sicilia in questo lungo periodo, oltre a sprofondare letteralmente nell’immondizia, ha relegato quella che per quasi tutte le realtà sviluppate è una risorsa (la gestione dei rifiuti) ad una risorsa sì, ma per il malaffare e per quei potentati dei rifiuti che nessun interesse hanno a che si inneschi un circuito virtuoso della differenziata.
Oggi purtroppo continuiamo a registrare un quadro deprimente che ci continua ad allontanare dal resto d’Italia e dall’Europa, ci evidenzia inoltre una generale mancanza di governance del ciclo integrato dei rifiuti. Si susseguono norme e ordinanze, commissari liquidatori ed attuatori, cambiamenti di numero e funzioni delle strutture sovracomunali (ATO, SRR, etc.), senza una comprensibile necessità e con evidenti pressioni di chi spinge per le continue proroghe per il conferimento nelle discariche e/o la costruzione salvifica di “Inceneritori”. Modello quest’ultimo (conferimento in discarica dei rifiuti e recupero energetico dagli stessi) ormai abbandonato a fatto residuale, sia dalle norme che dalle pratiche europee.
“L’assenza di misure per disincentivare la produzione dei rifiuti, lo smaltimento in discarica della quasi totalità di quelli prodotti, la trascurabile quantità di raccolta differenziata e l’insignificante recupero di materia e di energia relegano oggi la Sicilia all’ultimo posto, tra tutte le regioni, nella pratica della “gerarchia della gestione dei rifiuti”, che mette in cima alla scala delle priorità l’obbligo di prevenire la formazione dei rifiuti e in fondo la pratica di interrarli in discarica.” (cit. Pasquale Nania)
Basterebbe oggi, per dirne una, che la Sicilia si dotasse del semplice sistema di differenziazione “umido-secco” per arrivare, in pochi mesi, a percentuali di R.D. di oltre il 35%. La valorizzazione dell’”umido”, tramite avvio di impianti ad hoc (centri di compostaggio, biodigestori anaerobici, etc.) consentirebbe di trarre enormi vantaggi in termini di compost per la concimazione e di combustibile a basso prezzo da utilizzare negli ambiti più disparati: dal riscaldamento domestico fino al carburante per trasporti…consentendo non per ultimo di rientrare nei parametri nazionali ed europei ed evitando le continue procedure di infrazione comunitarie. Eppure…parlare di questi argomenti sembra discutere sulle dinamiche che regolano le forze delle maree e dei venti…Astrazioni da radical chic e non politiche energetiche su cui intere economie basano la loro sostenibilità. Oggi ci si sente rispondere che la soluzione all’”emergenza” sarebbe il ritorno all’idea dei termovalorizzatori, una soluzione anacronistica, inquinante e sotto certi aspetti illegale (dove viola il dettato delle normative europee per il riciclo e la differenziata) che non potrà che incentivare ulteriormente l’anarchia dell’indifferenziata e rappresenterebbe l’ennesimo regalo ai “soliti noti” – i veri vincitori in mezzo a un popolo di perdenti.
Quello che come Segreteria del PD di Caltanissetta noi Le chiediamo, Sig. Presidente è di intervenire con decisione su questa materia, se davvero intende essere ricordato come un Presidente “di cambiamento” e “anti-establishment”. Non è vero, come taluni vorrebbero far passare, che i Siciliani non sono predisposti a fare la differenziata (tant’è vero che molti sono i Comuni che, contro tutti e contro tutto, continuano a battersi per realizzarla): ma occorrono certezze, regole condivise e cogenti, e forte senso di responsabilità. Se ci si accorge dopo vent’anni che le discariche tracimano spazzatura e che la si deve trasportare in Piemonte o in Toscana, che almeno non si faccia pagare ai Siciliani l’onere che questa misura comporterebbe. Una politica, quella siciliana, che in tutto questo tempo non è riuscita a mettere in atto alcuna strategia seria di gestione europea dei rifiuti, che abbia il pudore almeno di non continuare a scaricare sui cittadini il peso – anche economico – dei propri fallimenti.
E’ per questo che la nostra richiesta è quella di spingere, una volta per tutte, con coraggio e determinazione, ad una seria e qualificata raccolta differenziata dei rifiuti, con l’immediata realizzazione degli impianti necessari a valorizzare le frazioni secche e umide (stazioni di trasferenza, centri di compostaggio, impianti di biodigestione anaerobia, impianti di trattamento meccanico-biologico, isole ecologiche, centri comunali di raccolta, etc.). In tal senso, per la realizzazione della suddetta impiantistica, potrebbe essere utile il coinvolgimento diretto del Governo “Renzi” con l’emanazione di una apposita “legge obiettivo nazionale” o la sottoscrizione di uno specifico “Patto per la buona gestione dei rifiuti in Sicilia”.
A nome dei tanti cittadini che si identificano nel nostro partito, di tutti i cittadini che si ritrovano quotidianamente a vivere i disagi di questo disastro ambientale e le sue pesanti ripercussioni economiche, a nome delle generazioni future, cui stiamo lasciando un mondo gravido di incertezze e ingiustizie e per cui ci sentiamo comunque responsabili, chiediamo a Lei, Sig. Presidente di dare sostanza e valore a questa parola, e lavorare perché – ripensando il ciclo dei rifiuti – un cambiamento per il meglio, almeno in quest’ambito, sia davvero, finalmente possibile.
Distinti saluti
Il Segretario
Ivo Cigna