Operazione “Kalyroon”: i nomi e le foto

OPERAZIONE KALYROON foto

 

Duro colpo alla cosca mafiosa Sancataldese quello inferto dalla Polizia coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia nell’ambito dell’operazione denominata “Kalyroon”.
Questa notte la Squadra Mobile, guidata dal vice questore aggiunto Marzia Giustolisi, ha eseguito 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 7 arresti ai domiciliari a seguito dei provvedimenti restrittivi emessi dal G.I.P. del Tribunale di Caltanissetta Francesco Lauricella, su richiesta della locale DDA, indagati a vario titolo per i reati di associazione di tipo mafioso, aggravata dall’essere armata, estorsione consumata e tentata, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata alla prostituzione anche minorile, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Catturato anche il reggente della famiglia mafiosa di San Cataldo.

Sono stati colpiti dalla misura della custodia cautelare in carcere:

  1. DI VITA Maurizio Calogero, nato a San Cataldo il 31/05/1969;
  2. CORDARO Antonio Domenico, inteso “mortadella”, nato a San Cataldo il 04/04/1965;
  3. CORDARO Salvatore, nato a San Cataldo il 15/11/1962;
  4. LIPARI Alfonso Renato, nato a San Cataldo il 06/07/1970;
  5. GISABELLA Carmelo, nato a Caltanissetta il 30/01/1966;
  6. DEDA Elis, nato a Durazzo (Albania) il 19/07/1982;
  7. SCALZO Vincenzo, nato a San Cataldo il 01/12/1973;
  8. BLANDINA Cataldo, nato a San Cataldo il 10.07.1973;
  9. MULONE Pietro, nato a San Cataldo il 15.2.1975;
  10. GIUMENTO Angelo, nato a San Cataldo il 02/01/1980;
  11. CHITE’ Gioacchino, nato a Caltanissetta il 09/11/1960;
  12. FERRARA Vincenzo, nato a Caltanissetta 21.04.1968;
  13. PIRVANESCU Adrian Daniel, nato in Romania il 3.8.1982;

 

Invece, sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari:

1             CHIRITOIU Diana, nata a Tirgu Jio (Romania) il 05/06/1984

2            SCALZO Marco, nato a Prato (FI) il 28.11.1989;

3            FERRARA Salvatore, nato a San Cataldo il 07/12/1967;

4            CAGNINA Salvatore, nato a San Cataldo il 12/01/1976;

5            PALADINO Giovanni Germano, inteso “Giovanni chiacchiera”, nato a Caltanissetta il 23/10/1974

6            FERRARA Fabio, nato a Caltanissetta il 30.01.1973;

7            LIUZZA Francesco, nato a Canicattì l’8.12.1972.

I soggetti sopra indicati sono indagati, a vario titolo, per i reati di associazione di tipo mafioso, aggravata dall’essere armata, estorsione consumata e tentata, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata alla prostituzione minorile, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

In particolare, sono accusati:

  • DI VITA Maurizio, CORDARO Antonio, CORDARO Salvatore e LIPARI Alfonso del reato di associazione mafiosa in quanto affiliati alla famiglia mafiosa di San Cataldo, rivestendo il DI VITA il ruolo di reggente;
  • DI VITA Maurizio e CORDARO Antonio del reato di estorsione, con l’aggravante dell’aver agito con modalità mafiose;
  • CORDARO Antonio e LIPARI Alfonso del reato di favoreggiamento della prostituzione;

·      DI VITA Maurizio, CORDARO Antonio, LIPARI Alfonso, GISABELLA Antonio Carmelo, CHIRITOIU Diana, DEDA Elis, SCALZO Vincenzo, BLANDINA Cataldo, SCALZO Marco, GIUMENTO Angelo, MULONE Pietro, FERRARA Salvatore, CAGNINA Salvatore e CHITE’ Gioacchino del reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostante stupefacenti, nonchè del reato di traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti;

  • PALADINO Giovanni, FERRARA Vincenzo e FERRARA Fabio del reato di traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti;
  • GISABELLA Carmelo, CHIRITOIU Diana e PIRVANESCU Daniel del reato di associazione finalizzata allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione, anche minorile.
  • LIUZZA Francesco del reato di favoreggiamento della prostituzione.
  • Irreperibili i due rumeni: PIRVANESCU Adrian Daniel e CHIRITOIU Diana.

Quattro di loro (FERRARA Vincenzo, FERRARA Fabio, LIUZZA Francesco e DEDA Elis) si trovavano già ristretti in carcere per altra causa.

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