Nissa Rugby – Amatori Napoli 26-25

Vittoria doveva essere e vittoria è stata! Ma quanta fatica per una vittoria di misura 26 a 25 con gli ultimi minuti di grande sofferenza difensiva e con un rischio concreto di un altro disastro da “scarso impegno mentale”.

Positivo, comunque, il fatto di avere conquistato il bonus per la segnatura delle fatidiche 4 mete che permette ancora di sperare in una promozione da “miglior seconda nazionale” tra gli otto gironi che hanno caratterizzato questa fase nazionale dalla C1 Elite alla Serie B, nel caso in cui la FIR volesse allargare il numero di squadre partecipanti.

Meno positivo l’aver preso 25 punti da una squadra che già si conosceva “rognosa”, soprattutto sul gioco a terra e sui punti d’incontro, come l’Amatori Napoli, che, certo, non è stata a guardare ma ha giocato fino all’ultimo per un risultato di prestigio,  e così, una Nissa stanca e svogliata si dimentica di essere la miglior difesa del campionato subendo 25 punti, tutti in una volta.

A dire il vero non era facile tenere alta la concentrazione per quest’ultimo incontro con i giochi per la promozione diretta già decisi e un po’ con la testa alla ricerca di “mete” estive per un meritato riposo dopo tante fatiche, ma è anche vero che solo dando prova di grandissima maturità si raggiungono risultati importanti.

L’incontro non era cominciato male, con una formazione un po’ rimaneggiata ma con la dichiarata  intenzione di confermare chi aveva giocato poco, chi aveva ben figurato domenica scorsa anche se con qualche ruolo non perfettamente coperto.

La prima meta in drive da touche, con la collaborazione di tutti gli 8 avanti, aveva fatto ben sperare ma , lentamente la squadra si è disunita, ha perso le fila del gioco, ha lasciato parecchi calci di punizione agli avversari che, puntualmente, hanno realizzato senza ringraziare. Davvero poca la concentrazione vista in campo, pochi i placcaggi, grande difficoltà a sviluppare un gioco veloce dai Punti d’incontro e ad inserirsi appieno in una organizzazione difensiva collettiva che potesse riuscire a bloccare sul nascere i tentativi della squadra napoletana. Troppo sporadico qualche timido tentativo individuale!

Come è sempre successo fino adesso è riaffiorata l’idea di poter risolvere tutto da soli, all’insegna di qualche prestigioso curriculum, decisamente lontano, risparmiando “energie mentali” per le organizzazioni collettive e conservandole solo per la battaglia individuale dell’uno contro uno, dimenticandosi che questo avrebbe fatto il gioco degli avversari.  La partita, così, si è anche “incattivita” con tanti falli di troppo e ben 2 espulsioni temporanee per squadra ( Di Maura e Nicolosi per la Nissa, entrambi recidivi, saranno così costretti a farsi perdonare dai compagni con 2 abbondanti “guantiere” di pasticcini); i conseguenti adattamenti per giocare in inferiorità numerica hanno, poi, finito per consumare l’ultima concentrazione rimasta.

Tra tante disattenzioni qualche spiraglio di luce consente di segnare una buona meta con un “calcio-passaggio” del mediano di apertura Di Maura per l’ala D. Carbone e, nel secondo tempo, prima,  una meta di forza su continue penetrazioni, concretizzata da Di Trapani, e, poi, un’altra su un gioco di continuità che porta Catania in meta in situazione di gioco sullo spazio.

Arrivano anche le mete degli avversari in drive da touche, complice l’intero pacchetto che ritarda il blocco-terra e lo orienta in modo contrario permettendo una facile segnatura; poi ne arriva un’altra per un atteggiamento difensivo sbagliato di “aspettare” l’avversario nel proprio campo invece che avanzare e aggredire in “pressing” non permettendogli di conquistare spazio; e, infine, ancora un’altra per non riuscire a difendere sullo spazio da iniziale situazione di sottonumero, ma concedendo sempre agli avversari troppa “iniziativa”.

Neanche la presenza in campo nei minuti finali della partita dell’allenatore Granata è riuscita a dare l’opportuna tranquillità nel ritrovare schemi consolidati per finire in sicurezza quest’incontro finale di campionato.

In effetti la partita ha avuto un suo protagonista, che, giunto alla soglia degli “old”, ha difatti abbandonato, per raggiunti limiti di età, le competizioni agonistiche dopo 27 anni di “sudata fatica rugbistica” sui campi siciliani e non solo; ovviamente parliamo del “vecchietto” Roberto Patti, 3^ ala da sempre e da sempre nella battaglia, ma vi assicuriamo che in campo ha dato l’anima per la squadra e, onestamente, non ci siamo neanche accorti della sua età anagrafica !

Festeggiato in campo, a fine partita, da compagni e anche dagli avversari che, sportivissimi, a incontro finito, riconoscono la sua correttezza, etichettandolo come “vero rugbista”; Roberto, schivo ma generoso, ha avuto il suo momento di gloria nei festeggiamenti del 3^ tempo, dove il presidente Lo Celso lo ha voluto gratificare con una targa “al merito sportivo” lodando le sue doti di uomo prima che di appassionato giocatore.

Adesso la palla ritorna nelle mani della FIR che, speriamo, voglia concedere questa ulteriore opportunità alla squadra nissena che ha onorato, con le sue prestazioni, questo girone H, di gran lunga il più combattuto tra quelli per la promozione in Serie B.

Ieri, purtroppo, è venuto a mancare anche il sostegno del grande pubblico al Tomaselli sia per l’orario decisamente infausto dell’incontro fissato per le ore 13:30 e anticipato, poi, alle ore 13:00, sia per le avverse condizioni climatiche e sia per i giochi già fatti per la promozione diretta in Serie B, ma siamo sicuri che tutti i tifosi sapranno cogliere le occasioni che la Nissa Rugby concederà loro nel prossimo campionato!

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