Per le insegnanti, indagate per maltrattamenti aggravati, il gip, accogliendo la richiesta della Procura ha disposto gli arresti domiciliari. L’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, è nata dalla denuncia dei genitori di una delle alunne che, turbati dai racconti della figlia, hanno deciso di rivolgersi alle Fiamme Gialle.
La bambina, quasi quotidianamente, tornando da scuola, riferiva alla famiglia le scene violente a cui aveva assistito durante le lezioni. Protagonisti le tre insegnanti, una di italiano, una di scienze e una di sostegno, che per mesi hanno umiliato, picchiato, offeso cinque ragazzini.
“Ti faccio piangere”, “nelle mani te li do”, urlavano alle loro vittime non sapendo di essere riprese dalle telecamere piazzate dalla Finanza dopo la denuncia dei due genitori. E le immagini riprese non fanno che confermare i racconti fatti dalla bimba ai genitori. Tra i bersagli “preferiti” delle tre insegnanti c’era un bimbo disabile costretto sulla sedia a rotelle. Senza alcun motivo il ragazzino veniva picchiato, preso a schiaffi, insultato.
Le immagini registrate riprendono le maestre mentre lo pizzicano, gli strappano con violenza di mano il quaderno, lo tirano per il cappuccio mentre cerca di sedersi sulla sedia a rotelle. Lui piange di dolore, urla. Loro lo lasciano a terra, con i piedi spostano gli oggetti che gli sono caduti.
“Mi batterò per fare installare le telecamere in tutta la scuola – commenta la mamma del bambino – Mio figlio da un mese ad un altro è diventato irascibile. Aggressivo. L’hanno precedente era andato tutto bene. Purtroppo ogni anno cambiano insegnanti ed è sempre una scoperta. Non c’è nessuna continuità educativa. Chiederò giustizia e non mi fermerò”.
E le urla e i lamenti dei piccoli alunni sono la colonna sonora di tutte le intercettazioni ambientali. Un maschietto, chiamato alla cattedra, viene preso a schiaffi in faccia, si sente il rumore della percossa nitidamente. “Non si può toccare”, dice una maestra dopo averlo schiaffeggiato alludendo al fatto che il piccolo è sporco. Poi si pulisce le mani col fazzoletto. Nel rimproverare e insultare gli alunni le insegnanti usano un linguaggio volgare, certo non consono al loro ruolo di educatrici, parlano in dialetto stretto.
E gli studenti sono impauriti, tesi. La bambina che ha raccontato ai genitori degli abusi, tornata da scuola, aveva comportamenti molto aggressivi durante il gioco: altra spia del clima che si respirava in classe.
“Un episodio gravissimo per il quale i responsabili saranno ora chiamati a risarcire i danni prodotti”, commenta il Codacons. Sabato il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone esprimerà solidarietà alle famiglie dei bambini maltrattati insieme ai dirigenti scolastici.