PALERMO – “Ora che le notizie sono sui giornali, e il caso e’ certamente clamoroso, e’ bene che le Procure al piu’ presto parlino con gli atti giudiziari”. Lo sottolinea il nisseno Emanuele Macaluso, che interviene sulle indagini avviate dalle Procure di Caltanissetta e Catania nei confronti di Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e esponente di punta dell’Antimafia imprenditoriale. “Ho conosciuto Montante -ricorda Macaluso- quando, con l’ex presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello, sorretti dall’anziano Presidente della Sicindustria, Domenico La Cavera, scatenarono una vivace compagna per liberare la loro associazione da soci collusi o compiacenti col sistema mafioso. Fu un momento importante. Cosa e’ avvenuto dopo? Le notizie che da tempo circolavano -prosegue Macaluso- raccontavano che Montante, seguendo un’antica tradizione sicula, costruiva un sistema di potere in stretto collegamento con il governo regionale: una sua stretta collaboratrice e’ assessore, lui presiede anche la Camera di commercio di Caltanissetta ed e’ presente in altre minestre governative. Sappiamo bene che in Sicilia la dissimulazione e’ praticata non solo dai mafiosi, pentiti o meno, ma anche dai colletti bianchi che trafficano con gli affari. Tuttavia -osserva Macaluso- prima di emettere giudizi definitivi, occorre capire come stanno effettivamente le cose. I procuratori di Catania e Caltanissetta sono persone note per capacita’ e rigore. Le accuse dei pentiti andranno verificate. Anche se i retori dell’Antimafia, in questi anni, quando sotto accusa erano altri e non loro amici e sodali, hanno usato le dichiarazioni dei pentiti come oro colato”.
(fonte AGI)