M5S sulla strategia dei rifiuti messa in atto dal sindaco Ruvolo

CALTANISSETTA – Quando Giovanni Ruvolo, nel 2014, vinse le elezioni comunali di Caltanissetta, eravamo comunque in parte contenti, perché pensavamo che si sarebbe potuto realizzare almeno uno dei punti fondamentali del nostro programma politico amministrativo, quello, cioè, che, in relazione alla gestione dei rifiuti, la più grossa voce di spesa del bilancio comunale dopo quella relativa al personale, prevedeva l’adozione della c.d. strategia Rifiuti Zero.
Anche Giovanni Ruvolo, infatti, aveva particolarmente insistito su tale strategia nel corso della campagna elettorale e, nel suo programma, sottoscritto dai cinque partiti dell’Alleanza per la Città (Pd, Udc, Ics, Per, Cambiare Caltanissetta), aveva testualmente previsto, a pagina 26, al paragrafo 2.5, l’attivazione di “un ciclo virtuoso dei rifiuti secondo il modello Rifiuti Zero”.
Tale strategia (che non è stata inventata da noi, né tantomeno da Giovanni Ruvolo, ma da uno scienziato americano, il professore Paul Connett, e che è stata applicata con notevole successo in diverse realtà, sia piccole che grandi, sia italiane che straniere), nei suoi dieci passi verso Rifiuti Zero, non prevede, quanto al sistema di raccolta, né cassonetti, né isole ecologiche all’interno della cinta urbana, ma esclusivamente la raccolta differenziata porta a porta calendarizzata.

Senonché, una volta divenuto Sindaco della nostra Città, Giovanni Ruvolo propone al Consiglio Comunale un Piano di intervento per lo spazzamento, la raccolta e il trasporto dei rifiuti dell’Ambito di Raccolta Ottimale (ARO) del nostro Comune diversamente concepito rispetto a quella strategia eimpostato sul Piano di intervento predisposto dal precedente Sindaco, che prevede la raccolta porta a porta solo per il 42 % delle utenze domestiche, la raccolta dell’umido tramite i cassonetti c.d intelligenti, o presunti tali, e la raccolta del secco tramite sette isole ecologiche all’interno della cinta urbana, peraltro in aree destinate a verde e a parcheggi e da espropriare.

E come giustifica il nostro Sindaco tale cambio di strategia? Sostenendo, ma non dimostrando, che la raccolta esclusivamente porta a porta avrebbe comportato costi eccessivi rispetto al sistema di raccolta scelto. Ma, anche a voler ammettere che la raccolta esclusivamente porta a porta avrebbe comportato costi superiori rispetto al sistema di raccolta scelto, il raffronto, sul piano economico, non avrebbe dovuto esser fatto solo in relazione al semplice sistema di raccolta, ma in relazione al sistema complessivo di gestione dei rifiuti, di cui il sistema di raccolta rappresenta solo una parte. Un sistema di raccolta differenziata più efficiente, seppur di per sé più costoso, avrebbe consentito, infatti, di abbattere i costi di smaltimento dell’indifferenziato e di aumentare gli introiti del riciclo del differenziato, per unminor costo finale del complessivo sistema di gestione.

Sarebbe bastato prendere spunto da uno dei tanti piani di intervento adottati da altri Comuni veramente improntati alla strategia c.d. Rifiuti Zero.

Per esempio, come avevamo suggerito circa un anno fa, il Piano di intervento del Comune di Formia, in Provincia di Latina, che, strutturato, per un periodo di 12 anni, per una Città di 38.264 abitanti, con 19.373 utenze domestiche e 1.885 utenze non domestiche, che producono circa 20.000 tonnellate di rifiuti l’anno, prevede la totale eliminazione dei cassonetti dalle strade e delle isole ecologiche dall’area urbana, la realizzazione di due centri di raccolta di prossimitàpure con piattaforma di riuso, l’installazione altresì degli impianti per il compostaggio di comunità, l’impiego di 85 unità lavorative e la raccolta porta a porta per il 90 % delle utenze, al fine di raggiungere percentuali di raccolta differenziata pari al 59 % dopo il primo anno, al 74 % dopo il terzo anno e all’86 % dopo il sesto anno, per un costo annuo complessivo, iva inclusa, pari a poco più di 6 milioni di euro (72.104.665,10/12 anni= 6.008.722,09 €) e per un costo annuo pro capite pari a poco più di 157 euro (6.008.722,09/38.264 ab.= 157,03 €).

Un piano così concepito, strutturato per una Città come la nostra di 63.290 abitanti, con 23.898 utenze domestiche e 3440 utenze non domestiche, che producono circa 31.000 tonnellate di rifiuti l’anno, avrebbe comportato, in proporzione, l’impiego di circa 140 unità lavorative (85 : 38.264 ab. = x : 63.290 ab.), un costo annuo complessivo, iva inclusa, pari a poco più di 9 milioni e trecentomila euro(6.008.722,09 : 20.000 tonn. = x : 31.000 tonn.), e un costo annuo pro capite pari a poco più di 147 euro (9.313.519,24/63.290 ab. = 147, 16 €), con evidenti benefici in termini occupazionali, economici ed ambientali, a fronte di un piano come quello proposto che prevede l’impiego di 104 unità lavorative (1,65 unità x 1.000 ab.; meno 36 unità lavorative), un costo annuo complessivo, iva inclusa, pari a 10.803.471,68 euro, (75.624.301,79/7 anni; più 1.489.952,44€), un costo annuo pro capite pari a 170,70 euro (10.803.471,68/63.290 ab.; più 23,54 €), con percentuali di raccolta differenziata pari solo al 40 % dopo un anno, al 56 % dopo 2 anni e all’66% dopo 3 anni.

Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale, però, i quattordici consiglieri presenti di quegli stessi cinque partiti che avevano sottoscritto il programma presentato dal Sindaco hanno approvato il Piano di intervento loro proposto, salvo approvare, immediatamente dopo, nel corso della stessa seduta, forse per un rimorso di coscienza o forse per mancanza di idee chiare, un atto di indirizzo di segno opposto, che, tra l’altro, “in considerazione della maggiore affidabilità del metodo di raccolta domiciliare rispetto a quello di prossimità” (sic!), impegna l’Amministrazione a prevedere, nel bando di gara, dei criteri per poter “estendere … la raccolta porta a porta per tutte le utenze”.

Noi siamo rimasti convinti della nostra posizione e, coerentemente anche al nostro programma, abbiamo espresso voto contrario al Piano proposto.

Vista l’ingente spesa, ci auguriamo comunque che il sistema scelto possa rivelarsi, se non efficiente, almeno efficace e invitiamo fin d‘ora i Cittadini a prestare la loro collaborazione a tal fine. Ma se il sistema non dovesse funzionare chi rimborserà loro i tanti soldi spesi per i cassonetti c.d. intelligenti e le isole ecologiche ?

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