Le Api. Caso Bonafede: pazzielle int’e i mane di li criature!

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Anche se sembra che Bonafede abbia fatto marcia indietro dichiarando che saranno riviste le posizioni di molti big della criminalità, i Siciliani onesti, quelli, per intenderci, che interpretano la lotta alla mafia e alla criminalità senza se e senza ma, si sono sentiti traditi, offesi da un comportamento poco trasparente ed istituzionalmente insufficiente.

Non abbiamo nulla di personale nei riguardi del ministro Bonafede se non la constatazione politica della sua inadeguatezza: un Ministero così importante non può essere affidato ad uno sprovveduto, anche in ”bona fede”.

Senza cadere nel bieco giustizialismo e neanche nello sciacallaggio delle destre, crediamo che certi comportamenti non sono giustificabili se non da un pressapochismo tipico di certe formazioni politiche, come non è giustificato l’atteggiamento di silenzio e di complicità di compagni di governo che altrimenti vedrebbero vacillare le loro poltrone.

Siamo convinti che deve essere tutelato il diritto alla salute di tutti i cittadini, come sancito dall’articolo 32 della Costituzione, compresi i delinquenti e i mafiosi; l’organizzazione penitenziaria è in grado di assicurare nelle idonee strutture esistenti le cure anche in carcere!

Non dimentichiamo che negli anni ‘80 all’ospedale Civico di Palermo esisteva un padiglione riservato ai mafiosi “malati” che potevano continuare a gestire indisturbati i loro traffici.

Non crediamo ad ipotesi complottiste, anche se siamo convinti che la mafia non va mai sottovalutata, considerando che nei periodi difficili trova sempre, attraverso percorsi carsici, occasioni e opportunità.

Ventotto anni fa Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, a distanza di qualche settimana, venivano barbaramente assassinati insieme agli uomini e alle donne delle scorte e anche se quest’anno non arriverà a Palermo la nave della legalità e non ci saranno manifestazioni e cortei presso l’albero di via Notarbartolo, basterà un drappo o un lenzuolo bianco esposto sul balcone di casa per ricordare a tutti che i siciliani onesti ci sono e che la mafia si può e si deve sconfiggere.

C’è da chiedersi tuttavia se personaggi di piccola caratura, spesso non all’altezza del compito loro assegnato, siano in grado di schierarsi a viso aperto, di affrontare con coraggio e determinazione, senza tentennamenti, ogni forma di criminalità organizzata, si chiami essa ndrangheta, camorra o mafia.

Se un Ministro della Giustizia di un paese democratico non possiede certe qualità, farebbe bene a mettersi da parte.

A Napoli si dice: pazzielle int’e mane di li criature!

Salvatore Giunta

Consigliere Nazionale

Unità Siciliana – LE API

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