La proposta di legge “Salva borghi” incassa il sì della Camera ed approda in Senato. Il primo passo verso la valorizzazione concreta dei comuni con meno di 5000 abitanti è compiuto. Soddisfatto il Movimento Cinque Stelle promotore del PdL, abbinato a quello della maggioranza all’interno del testo unico.
“Finora la politica ha concentrato la maggior parte delle risorse alla grandi città – dice Azzurra Cancelleri, deputata alla Camera del M5S – a scapito dei piccoli comuni in cui si è registrato un blocco anagrafico dovuto allo spopolamento, quindi il congelamento dell’economia generale. Con questo provvedimento 100 milioni di euro potranno essere investiti per borghi e comuni minori per il settenario 2017-2023. I borghi sono anche cuore dell’economia nella nostra Isola in cui non a caso, sono stati riconosciuti numerosi tra i cento borghi più belli d’Italia. Abbandonare a se stessi i piccoli comuni equivale a cancellare una buona parte della storia della nostra Sicilia. Il rischio – prosegue – è di trovarsi di fronte a luoghi fantasma, in agonia, che invece potrebbero mettere in circuito un sistema economico-turistico non indifferente. Occorrerà dunque ripartire dalle misure a sostegno dei prodotti tipici locali, come ad esempio la vendita diretta all’interno di punti commerciali, l’incentivo della filiera corta e la valorizzazione delle attività pastorali di montagna finalizzate alla produzione di formaggi di qualità”.
“Già in Sicilia, in parte e senza il sostegno dello Stato, è stato dimostrato che i comuni piccoli e le loro iniziative raccolgono il consenso turistico. Ma è un sforzo che va incoraggiato e condiviso dallo Stato. Penso a Sutera o Marzamemi. Per questo nel provvedimento – prosegue la Cancelleri – abbiamo messo dentro misure per finanziare la banda larga, l’albergo diffuso, il contrasto al dissesto idrogeologico e l’adeguamento antisismico e la riqualificazione del patrimonio immobiliare. Un PdL che se verrà esitato favorevolmente come noi ci auguriamo – conclude – non potrà che portare benefici ad un indotto economico indiscusso che la Sicilia insegue da oramai troppo tempo”.