Avevamo ragione noi, dunque. Un mese fa chiedemmo chiarimenti alle autorità competenti: Ministro dell’Interno, Prefetto di Caltanissetta, Questore di Caltanissetta, Presidente della Regione Siciliana. Adesso, la Procura della Repubblica di Caltagirone ha ordinato il sequestro dell’impianto satellitare Usa Muos, nella Riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Il provvedimento fa seguito alla decisione del Tar di Palermo che aveva accolto i ricorsi di associazioni e di comitati No-Muos contro la prosecuzione dei lavori di realizzazione dell’impianto nella base americana. Sabato 4 aprile 2015 avrà luogo una grande manifestazione pacifica nei luoghi del Muos, a Niscemi. Noi ci saremo. (Vedi: http://www.italianostra.org/?p=40106)
Leandro Janni – Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia
OGGETTO: Muos di Niscemi. Richiesta di chiarimenti
Caltanissetta, 02.03.2015
– Al Ministro dell’Interno
– Al Prefetto di Caltanissetta
– Al Questore di Caltanissetta
– Al Presidente della Regione Siciliana
– E p. c. agli Organi di stampa e informazione
Nei giorni appena trascorsi, gli avvocati del Coordinamento regionale dei Comitati No Muos, avv. Paola Ottaviano, avv. Nello Papandrea, avv. Nicola Giudice, hanno notificato (tramite posta elettronica certificata) un Atto monitorio al Ministero dell’Interno, alla Questura di Caltanissetta, al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Niscemi ed alla Stazione dei Carabinieri di Niscemi, allegando copia della Sentenza del Tar Palermo dello scorso 13 febbraio 2015.
L’iniziativa si è resa necessaria – spiegano i legali – dopo che, lo scorso 26 febbraio 2015, un ingente spiegamento di forze dell’ordine, composto da Polizia e Carabinieri, ha scortato all’interno della base di Contrada Ulmo a Niscemi un convoglio formato da militari e operai. Poteva apparire una normale squadra addetta alla manutenzione degli impianti presenti nella base, ma dopo il loro ingresso è stata notata la movimentazione delle parabole del Muos. In base alla Sentenza del Tar Palermo, l’installazione del Muos è avvenuta in assenza delle previste autorizzazioni e concessioni. L’annullamento ha efficacia sin dall’origine e i lavori sono – di fatto – abusivi. A prescindere da ogni altra conseguenza, quindi, l’utilizzazione delle strutture del Muos, in qualsiasi forma, è da considerarsi illecita. Si è reso necessario, dunque, trasmettere il testo della sentenza alle forze dell’ordine, benché sia già di dominio pubblico, essendo stato pubblicato e richiamato da diverse fonti di informazione. Conseguentemente gli avvocati del Coordinamento regionale dei Comitati No Muos hanno avvisato le stesse forze dell’ordine, evidenziando che “è loro preciso dovere prevenire e sanzionare il perpetrarsi di illeciti all’interno della base di Contrada Ulmo. Base ad uso esclusivo della Marina Militare Statunitense. Conseguentemente, sarebbe loro dovere verificare che operai o attrezzature non si introducano nella base militare per operare sulle parabole del Muos”. E’ stato altresì richiesto che vengano resi noti i nomi degli uomini che comandavano l’operazione congiunta di Polizia e Carabinieri dello scorso 26 febbraio 2015, se sia stato verificato e certificato l’illecito utilizzo delle parabole conseguente all’ingresso del convoglio oggetto di scorta, se si sia provveduto alla denuncia all’Autorità Giudiziaria. Va chiarito ancora una volta che la base militare di Niscemi è ad uso esclusivo della forze armate Usa e non base Nato, che è un’opera abusiva, è ritenuta pericolosa per la salute dei cittadini e per il traffico aereo, non è realizzata per la nostra difesa nazionale ed è comunque inutilizzabile – allo stato – non solo per lo stop del Tar ma anche perché sprovvista dei due satelliti previsti dal progetto”.
Alla luce di quanto qui richiamato, evidenziato, Italia Nostra – Onlus, Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico artistico e naturale della Nazione, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica (www.italianostra.org), chiede risposte e chiarimenti alle autorità competenti qui citate, rivolgendosi anche al Prefetto di Caltanissetta e al Presidente della Regione Siciliana.