Il direttore tecnico e sviluppo Blandi: “Come agenzia educativa più opportunità ai nostri atleti”.
Incessante il lavoro di ‘specializzazione” tecnica in seno alla DLF Nissa Rugby che lavora ad innovativi modelli educativo-sportivi rivolti ai giovani. La società adesso ha aderito al Centro CONI Orientamento e Avviamento allo Sport: il progetto intende promuovere un’attività integrata tra le sue Strutture (Comitati Regionali e CONI Point) e gli Organismi Sportivi (Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate, Enti di Promozione Sportiva e le Associazioni Sportive Dilettantistiche ad essi afliate). In questo luogo privilegiato, nel caso della storica società nissena della palla ovale presso lo stadio cittadino “M. Tomaselli” – attraverso il gioco e un’attività sportiva di sperimentazione e scoperta – è impostato un diverso approccio culturale e metodologico per l’avviamento allo sport che prevede anche il trasferimento del sapere e delle competenze tra le diverse associazioni sportive e/o discipline; un nuovo modo per avviare e orientare i giovani allo sport. Un percorso multidisciplinare per ragazzi e ragazze dai 5 ai 14 anni guidato da educatori e tecnici qualificati per una corretta formazione sportiva e per favorire la crescita dei talenti di domani.
Alla cerimonia di certificazione ed affiliazione avvenuta presso la club house della DLF Nissa Rugby al “M. Tomaselli”, ha preso parte il delegato provinciale Coni Salvatore Scarantino, il presidente della DLF Nissa Rugby Giuseppe Lo Celso e il consigliere comunale Michele D’Oro.
Altro step nella crescita e nel consolidamento della società nissena che guarda sempre avanti come sottolineano le parole del direttore tecnico e sviluppo, Fabrizio Blandi: “La prima necessità dei nostri ragazzi è ampliare il loro bagaglio motorio. Viviamo in un’epoca che non consente grande spazio ai giovani per sperimentare il movimento in maniera libera, per questo è nostro compito come agenzia educativa dare più opportunità possibili ai nostri atleti. Questo passa dai nostri tecnici: più i loro orizzonti sono aperti alla novità, più questo si rifletterà sui ragazzi, sulle loro esperienze e sulle loro capacità future, anche fuori dallo sport. Un approccio multilaterale, multidisciplinare aprirà nuove strade per il rugby del futuro, che è quello che vogliamo costruire.”