AGRIGENTO – Cosa Nostra agrigentina oggi è debole militarmente. Lo ha dichiarato il direttore della Direzione Investigativa Antimafia di Agrigento e vice questore aggiunto Roberto Cilona a margine della conferenza stampa in cui si è fatto il punto sulla relazione semestrale della Dia.
Sebbene la mafia agrigentina rappresenti ancora oggi uno dei pilastri dell’intera Cosa Nostra siciliana, se non altro per quel ruolo tradizionale e di regole ferree nelle consorterie soprattutto dell’entroterra, oggi in provincia di Agrigento si sta vivendo indubbiamente una forte crisi identitaria che si ripercuote indubbiamente anche nel settore militare. Non basta avere le armi ma ci vuole anche un esercito. E, da quello che emerge, oggi quello di Cosa Nostra agrigentina è più debole che mai.
Non bisogna però creare false illusioni. Sebbene ci si trovi davanti ad un evidente vuoto di potere derivato sia dalle numerose operazioni delle forze dell’ordine che hanno di fatto tolto dal panorama i “pezzi da novanta” di Cosa Nostra ma anche da una palese difficoltà nel ricambio generazionale, la minaccia della mafia è sempre presente e continua, soprattutto in territori come quello agrigentino in cui i livelli di occupazione sono sempre molto bassi.
E’ un momento importante per la comunità civile per sostenere una propria battaglia contro le mafie sul territorio partendo dal negare potere a questi soggetti e linfa vitale alle consorterie: potere economico che continuano ad avere grazie a connivenza con parte dell’imprenditoria di questo territorio.