La cronaca del fine settimana

Uno sconfinamento di pascolo la miccia che ha scaldato gli animi tra due pastori gelesi nella campagne di Gela in contrada Spina Santa con scene da film western. Un diverbio che sarebbe potuto finire nel sangue se non fossero intervenuti i carabinieri e la polizia. In manette il 36 enne Orazio Di Pietro pluripregiudicato sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Gela in virtù anche di aver subito una condanna per associazione di stampo mafioso e il 71 enne Luciano Russotto con precedenti per reati contro la persona.

Russotto accusato di minacce e di aver sparato dei colpi d’arma da fuoco, avrebbe infatti imbracciato un fucile da caccia contro Di Pietro ma a una distanza tale da non raggiungerlo : una doppietta calibro 12 e quattro cartucce a piombo spezzato dello stesso calibro rinvenuta dai carabinieri e poliziotti nell’abitazione dell’uomo nascosta sotto dei cuscini del divano nel vano scala. Altre cartucce cal 12 sono state trovate al primo piano del casolare nell’armadio della camera da letto.

Doppietta legalmente detenuta dal figlio di Russotto che era altresì in possesso di un’altra arma che in ragione di quanto avvenuto è stata ritirata a scopo cautelativo .

Orazio Di Pietro si è invece reso responsabile di detenzione e porto illegale di arma da fuoco clandestina, reato aggravato dal fatto che lo stesso fosse sottoposto alla sorveglianza speciale di P.S con obbligo di soggiorno nonché della violazione degli obblighi prescritti con la sottoposizione della misura di prevenzione. Il 36 enne infatti è stato sorpreso dalla forze dell’ordine giunte sul posto mentre imbracciava un fucile che alla loro vista ha gettato all’interno di un rudere. Arma recuperata e risultata clandestina poiché con matricola abrasa e a canne mozze. Un intervento quello dei carabinieri e della polizia che ha evitato il consumarsi di una tragedia impedendo a Di Pietro di rispondere al fuoco di Russotto.

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