Janni su Vara all’Expo: “Soltanto chiacchiere da bar”

CALTANISSETTA – Dunque, il varo della Vara non ci sarà. A dirlo è il presidente di Italia Nostra leandro Janni in una nota diffusa alla stampa. Altolà inevitabile, da parte della Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta, al trasferimento della Vara dell’Ultima Cena all’Expo Milano 2015. Vara che, secondo improprie e ostinate aspirazioni locali, avrebbe dovuto essere esposta al Padiglione Sicilia, dal 14 al 17 settembre di quest’anno. Ma, come ben sappiamo, non è stato ancora effettuato il necessario restauro conservativo e, all’interno degli spazi espositivi milanesi, essa non godrebbe di un sito adeguato, sicuro. E a quanto pare, adesso, i panificatori nisseni, proprietari della Vara, sarebbero assolutamente contrari a questo trasferimento, perché temono per l’integrità del peculiare manufatto. Questo è lo stato delle cose. Il gruppo sacro dell’Ultima Cena fu realizzato da Vincenzo e Francesco Biancardi come plastica e popolare rilettura scultorea del superbo Cenacolo Vinciano. L’opera dei Biancardi ha comunque origine dalla tradizione napoletana dei presepi della seconda metà del 1800, ed è tipica dei modellatori delle statuine presepiali del 1700, realizzate con materiali vari. Come abbiamo già scritto lo scorso mese di giugno, «l’Ultima Cena dei Biancardi fa parte di un organico insieme di elementi (sedici gruppi sacri che rappresentano scene della Passione di Cristo) ed è espressione di un contesto umano e sociale che mantiene viva un’antica tradizione. Da sola, isolata essa rappresenta, esprime molto meno di quanto possa esprimere, rappresentare insieme agli altri gruppi sacri. Inoltre, essendo un bene preminentemente etnoantropologico, la sua piena valorizzazione avviene all’interno del contesto sociale, culturale e religioso della Settimana Santa nissena. Pertanto, potrebbe persino risultare fuorviante la sua decontestualizzata esposizione all’Expo. Dannoso ed esoso, certamente, il suo trasporto. Insomma: la nostra Ultima Cena, all’Expo Milano 2015, apparirebbe come un’opera surreale e mediocre. Internazionalmente incomprensibile. E infine, a quanto pare, all’interno dei padiglioni riservati alla Sicilia, non ci sarebbe neppure lo spazio necessario per la sua esposizione».

Che altro dire? Una vicenda di ordinaria, pessima programmazione, organizzazione. Una vicenda che dimostra quanto scarsa ancora sia la consapevolezza e la professionalità nell’ambito della gestione dei beni culturali e ambientali, dalle nostre parti. Una vicenda che vede la Soprintendenza di Caltanissetta, oggi diretta dal dr. Lorenzo Guzzardi, inevitabilmente protagonista e rispettosa del suo precipuo e fondamentale ruolo istituzionale: la tutela del patrimonio storico, artistico e paesaggistico. A differenza di quanto accaduto in passato. Il resto – diciamolo – sono soltanto chiacchiere da bar.

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