Janni (Italia Nostra) su “futuro Gela Caltanissetta”

CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Gela brucia, Caltanissetta agonizza lentamente. A Gela, nel giro di pochi mesi, si è consumata l’esperienza – 5Stelle – del nuovo. A Caltanissetta si agonizza in una mediocrità politico-amministrativa esasperante, gestita da civici, post-comunisti e post-democristiani.

Ad oggi, al di là dei tanti proclami sul nuovo corso, dalle due amministrazioni comunali è scaturito poco o nulla. Parecchie le indecisioni. Non pochi sono stati gli errori. Sicuramente il nuovo è difficile da realizzare, affermare. Diciamolo. Ciò che preoccupa maggiormente, però, è la mancanza di un’’idea di città, di una nuova visione di città e di territorio. E di certo l’’attività parlamentare e di governo, a Palermo come a Roma, non migliora le cose. Anzi, persino le aggrava.

Gela deve bonificare, sanare il proprio territorio martoriato da 50 anni e oltre di Petrolchimico e trovare un’alternativa industriale, produttiva autentica e sostenibile. Congiuntamente deve riannodare, rigenerare i diversi tessuti urbani che la compongono, ridisegnare il proprio rapporto con il mare, rilanciare e riqualificare le attività agricole. Ma anche, porre in essere una moderna rete per la mobilità pubblica. Puntare sulla valorizzazione della grande cultura greca.

Caltanissetta deve ritrovare un equilibrio tra centro e cosiddette periferie, tra spazi abitativi e spazi pubblici, tra infrastrutture e paesaggio. Immaginare, progettare e organizzare una rete per la mobilità pubblica efficace ed efficiente. Potenziare i propri servizi pubblici. Modernizzare la propria burocrazia. Puntare su molteplici attività artigianali e industriali, produttive. A cominciare dall’agroalimentare. Bloccare definitivamente la propria espansione sulle belle campagne che la circondano. Puntare sulla peculiare rete museale di cui dispone, sul proprio, straordinario paesaggio storico.

Cosa serve, dunque, alla due città? Serve cultura, consapevolezza, progetto. Serve la buona politica e la buona amministrazione. Servirebbero un nuovo Piano Strategico e un nuovo, vero Piano Regolatore Generale (o Piano Urbanistico Comunale). Siamo in forte ritardo, è chiaro ma, quantomeno, dovremmo iniziare a discuterne, ragionarci. Coinvolgere tutti i cittadini e le forze sociali in questo processo – imprescindibile – di rinascita e ridefinizione delle due città. E d’altronde avremmo bisogno anche di un Piano Paesaggistico vigente: approvato lo scorso luglio 2015, il Piano Paesaggistico della (ex) Provincia di Caltanissetta è già congelato, a seguito di una richiesta di sospensiva accolta dal Tar di Palermo. E’ possibile andare avanti in questo modo?

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