CALTANISSETTA – «Sorge sul Piano degli Angeli l’ex opificio denominato “gasometro”, una struttura produttiva ormai in disuso risalente alla seconda metà del secolo XIX, esempio di archeologia industriale in ambito urbano, testimonianza importante del progresso tecnologico dell’epoca». Queste le parole contenute nel decreto dell’Assessore regionale dei Beni culturali n. 5412 del 24/03/2003, con cui è stato dichiarato «di interesse etno-antropologico particolarmente importante» l’antico gasometro di Caltanissetta. Fu realizzato nel 1867 per garantire l’illuminazione pubblica cittadina, per la prima volta con la luce del gas, in sostituzione della fioca luce dei vecchi lampioni a petrolio. Nonostante l’apposizione del vincolo, però, nessuna azione di tutela è stata realizzata e, inevitabilmente, le condizioni dello storico edificio sono peggiorate, sino a mostrare segni di evidente degrado, se non di quasi totale rovina.
Quante volte nel corso degli anni noi di Italia Nostra, ma non solo, abbiamo sollecitato l’Amministrazione comunale e la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Caltanissetta a progettare e porre in essere un intervento di restauro e musealizzazione dell’antico gasometro di via Angeli. Un pezzo di storia di questa nostra città, in un sito adiacente al complesso monumentale di Santa Maria degli Angeli e agli straordinari ruderi del Castello di Pietrarossa. Adesso il Comune, dopo decenni di inerzia, ha deciso di intervenire. E dunque, dopo aver preso atto della indisponibilità dei suoi tecnici, ha deciso di affidare l’incarico di progettazione a liberi professionisti esterni, tramite gara d’appalto. Ma bisogna far presto, altrimenti si rischia di perdere il finanziamento di 881.320 euro, concesso con decreto congiunto dei Ministeri dell’Interno, dell’Economia e delle Infrastrutture, lo scorso 30 dicembre 2021.
Che dire? Bene, ma siamo comunque preoccupati: un progetto importante e delicato verrà affidato ad un professionista che proporrà il prezzo più basso per le sue prestazioni tecniche. E poi, considerati i tempi ristretti e dunque con la nefasta possibilità di perdere anche questo finanziamento del Pnrr, sarebbe stato opportuno procedere con un appalto integrato, invece che con una gara per la progettazione e un’altra per l’esecuzione dei lavori. Insomma, entro il 31 dicembre 2023 bisognerà avere un progetto esecutivo approvato e bisognerà aver stipulato il contratto di aggiudicazione dei lavori. E questo, dopo che è trascorso, invano, un anno e mezzo dalla concessione del finanziamento. Infine riteniamo che se si fosse agito con maggiore efficienza ed efficacia, si sarebbe potuto bandire un concorso di progettazione, considerata la rilevante valenza storico-urbanistica del luogo e la peculiarità culturale del manufatto di via Angeli.