In data 04/04/2019 è stato approvato, dal Consiglio dei Ministri, a firma del ministro Sergio Costa, un disegno di legge denominato #SalvaMare, norma che consentirebbe ai pescatori di raccogliere la plastica in mare.
Con tale norma si consentirebbe ai pescatori di portare a terra la numerosissima plastica raccolta nelle reti. Fino ad oggi, insensatamente, la raccolta di rifiuti in mare è stata considerata un atto illecito, implicando anche il pagamento dello smaltimento.
“È una grande vittoria per il nostro mare, finalmente iniziamo a ripulire il mare dalla plastica e lo facciamo con degli alleati eccezionali – i pescatori – che conoscono il problema meglio di tutti perché ogni giorno tirano su le reti raccogliendo spesso altrettanta plastica rispetto al pescato” “Quella della plastica in mare è un’emergenza planetaria, dobbiamo affrontarla adesso, non si può rinviare. L’Italia, che è bagnata per due terzi dal mare, vuole essere leader nella soluzione: appena la Direttiva europea sulla plastica monouso sarà pubblicata, approveremo anche noi la legge per dire stop al monouso” – ha dichiarato il ministro Costa.
Che dire? Noi di Italia Nostra ci auguriamo che il Parlamento approvi il ddl #SalvaMare in tempi brevi, possibilmente prima dell’estate. Di certo siamo di fronte ad un primo, importante passo per migliorare la qualità del mare. Porti siciliani come quello di Sciacca, Porticello e Porto Empedocle, che contano insieme centinaia di imbarcazioni da pesca, potrebbero diventare degli eccezionali raccoglitori di immondizia, allestendo immediatamente dei punti di raccolta nei porti, realizzati con le stesse società che oggi gestiscono la raccolta differenziata, soprattutto con opera di coercizione, sensibilizzazione ambientale, e premialità.
Il Mar Mediterraneo è un mare chiuso, l’unico punto in cui si rigenera è lo stretto di Gibilterra e, come sappiamo, impiega circa 150 anni per ricambiare le sue acque. L’immondizia, per l’80 per cento, proviene dalla terraferma attraverso i fiumi, e noi inquiniamo sempre di più. E necessario che si cominci a trattare il mare come la terra, cominciando a liberarlo dai nostri rifiuti, quegli stessi rifiuti che finiscono nella catena alimentare dei pesci che noi stessi mangiamo. Il mare non è NOSTRO,
ma delle generazioni passate che ce lo hanno consegnato e di quelle future che lo riceveranno. Non c’è più tempo per la semplice riflessione: sempre più frequenti sono gli spiaggiamenti e il ritrovare, nel pescato di pesce, plastica nelle viscere. E’ tempo di agire senza indugio, con azioni concrete ed immediate.
Affinché le amministrazioni possano avere la certezza che i rifiuti plastici siano stati raccolti dai pescatori e non da essi prodotti, si suggerisce l’istituzione, per i pescherecci, di un registro carico-scarico merci che renda conto della presenza a bordo di tutto il materiale plastico (stoviglie quali piatti, bicchieri, posate, nonché cassette e contenitore di polistirolo) con contestuale attuazione, da parte della Capitaneria di Porto, dei controlli necessari atti a verificare la provenienza dei rifiuti riportati sulla terra ferma. Si sollecita pertanto la Regione Siciliana, le Capitanerie di Porto, ogni singolo ente, Comune, società di gestione dei rifiuti, ad attivarsi per porre in atto efficaci
“progetti di pulizia del Mare”.
Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia
Umberto Marsala, presidente di Italia Nostra Sciacca
Irene Chias, scrittrice