Italia Nostra Sicilia plaude al referendum contro ricerche e trivellazioni

CALTANISSETTA – Italia Nostra Sicilia esprime soddisfazione per la decisione della Corte costituzionale di ammettere il quesito referendario contro le trivelle e le ricerche in mare degli idrocarburi dei giacimenti già concessi. Il medesimo quesito era già stato dichiarato ammissibile dalla Cassazione. Insomma, non possiamo che essere lieti del fatto che si sia deciso di rimettere la decisione nelle mani dei cittadini, dopo le scelte gravi e ottuse del Governo Renzi e l’acquiescenza dei Governi regionali di Sicilia ed Emilia Romagna.

A fare giustizia ci hanno pensato i nove Consigli regionali di Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise. Ad ogni modo, si tratta di un problema sentito in Sicilia e in tutto il Paese, perché impatta direttamente con la salute dei cittadini, con l’integrità del paesaggio e del nostro patrimonio culturale. Di certo non si bilancia l’interesse economico, peraltro modesto, del ritrovamento di gas o petrolio, con la tutela del territorio e dell’ambiente. Le attività di ricerca petrolifere e di perforazione dei fondali marini minacciano in modo grave il nostro ecosistema, provocando danni gravissimi all’habitat marino e alle coste.

Senza questo referendum tutti i procedimenti relativi ai progetti di esplorazione riavviati, circa 40, concentrati in modo particolare fra il Canale di Sicilia, l’Adriatico Centrale, le Tremiti e il mar Jonio, grazie all’articolo 35 del Decreto Sviluppo e ad alcune norme dello Sblocca Italia, si realizzerebbero in tempi piuttosto brevi. Infine evidenziamo che, oltre al caso delle Isole Tremiti in Puglia, il Ministero dello Sviluppo economico di recente ha accolto la domanda di estensione del campo di perforazione presentata dalla multinazionale Schlumberger a Pantelleria, mentre sono alla firma dell’assessore regionale al Territorio e ambiente due nuove autorizzazioni di perforazioni in terra, presentate dall’Enimed a Gela. Persino nella Valle dell’Imera, in territorio nisseno ed ennese, si intendono realizzare ricerche e perforazioni.

E’ evidente che la Regione Siciliana si dimostra incapace di immaginare, strutturare e porre in essere un autentico piano di sviluppo, un piano industriale rinnovato e sostenibile.

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