CALTANISSETTA – Nel fondamentale, peculiare art. 9 della Costituzione Italiana, ambiente, biodiversità, ecosistemi e tutela degli animali si sono aggiunti al tema del “paesaggio”. Ma, oggi più che mai, uno tra i più straordinari patrimoni del nostro Paese, con i suoi inestimabili valori culturali, ambientali ed economici, va sottratto ai rischi di una transizione ecologica mal pensata e alle conseguenze delle crisi climatiche e energetiche e posto al centro di un grande progetto di tutela e rilancio, anche in nome della Costituzione.
Il significato del paesaggio non sta solo nel suo pur importante valore estetico. Il paesaggio è natura che si è fatta storia, è interfaccia culturale dell’ambiente, è identità molteplice di un territorio che comprende la geologia, la flora, la fauna e le comunità umane. È in questa visione complessa che la questione va inquadrata, come ci dice la stessa Costituzione italiana, la quale, nel nuovo articolo 9, mette assieme – e non contro – il paesaggio, l’ambiente e la biodiversità.
Eppure, le attuali politiche territoriali pongono il paesaggio italiano sotto costante e spesso violento attacco, per favorire nuove infrastrutture trasportistiche, energetiche, produttive e residenziali, nella maggior parte dei casi di dubbia o nulla utilità collettiva. Il risultato è un grave danno culturale e ambientale e persino economico, considerata la prospettiva di una sana e sostenibile economia che il paesaggio italiano rappresenta.
Affinché la Giornata nazionale del Paesaggio, celebrata lo scorso 10 marzo, non sia semplice retorica è dunque urgente che il Paese intero, a partire dal Governo e dal Parlamento, metta in atto un nuovo approccio alla questione paesaggistica, con una visione diversa e scelte chiare e concrete: dalla legge contro il consumo di suolo, al potenziamento del personale delle Soprintendenze; dall’approvazione di regole serie per l’installazione di impianti per le energie rinnovabili, inclusi l’individuazione delle aree idonee e non idonee e l’inserimento di stringenti indicatori relativi al Paesaggio (secondo le previsioni della nuova normativa europea RED II); fino allo sfruttamento delle vastissime zone industriali ed ex industriali italiane, da utilizzare per la produzione di energia solare, salvaguardando il più possibile paesaggio, natura e terreni agricoli.
Le gravissime crisi che il Pianeta vive, dall’emergenza climatica alla tragedia dell’Ucraina, non devono costituire motivo per aggiungere danno al danno, dramma al dramma, ma l’occasione per ripensare davvero il mondo, mettere al centro i suoi valori più importanti e dare il via ad una transizione ecologica e culturale autentica e non dissimulata.