Pare che le acque si stiano intorbidendo in questa città. In questo 2016. Insomma: prima la caduta degli “dei” dell’antimafia, poi l’operazione “Perla Nera”, adesso le audizioni del sindaco Ruvolo, del segretario generale Lanzalaco, del capo dell’Ufficio tecnico comunale Tomasella e quindi della presidente del Consiglio comunale Montagnino, presso la Commissione regionale antimafia. L’attenzione pare sia puntata sull’attività urbanistica, la gestione dei rifiuti e i doveri di trasparenza nell’ambito della burocrazia comunale, ma anche sulle presunte contiguità di alcuni consiglieri comunali con soggetti mafiosi o appartenenti a organizzazioni criminali. Fatti che hanno sconcertato, sorpreso l’opinione pubblica nissena, i cittadini. Meno, invece, hanno sorpreso noi di Italia Nostra.
Ecco cosa scrivemmo, ad esempio, quasi due anni fa, in un nostro documento-esposto intitolato “Caltanissetta, opere pubbliche in mano ai burocrati” (http://www.italianostra.org/?p=38164). «Lo scorso 3 novembre 2014 abbiamo posto diverse e precise domande all’Amministrazione comunale e alla Soprintendenza dei Beni culturali e ambientali di Caltanissetta. Domande relative ai lavori di ripavimentazione e di recupero edilizio, in corso di realizzazione, presso il Corso Vittorio Emanuele e presso il Quartiere Provvidenza. Le domande nascono dalla preoccupata convinzione che i due interventi, delicati e complessi, vengano effettuati senza le dovute garanzie previste dalla normativa vigente. In altri termini, i due interventi mancano di progetto esecutivo e cantierabile. Ad oggi nessuna risposta, né dal Comune né dalla Soprintendenza. Venerdì 7 novembre 2014, il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle ha tenuto una conferenza stampa avente per oggetto “Interrogazione su fondi per bonifica amianto della ex miniera Trabonella”. Alla conferenza stampa ha partecipato anche il deputato regionale Giancarlo Cancelleri. Alle domande poste dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle ha successivamente risposto il sindaco Giovanni Ruvolo, sostenendo che nulla è stato fatto dal Comune di Caltanissetta poiché nessuna comunicazione relativa ai fondi per la bonifica, e quindi per la dovuta gara d’appalto, è mai partita dagli uffici della Regione Siciliana. Sappiamo tutti che il tecnico che ha ricevuto l’incarico per la bonifica del sito della ex miniera Trabonella è l’ingegnere Antonio D’Aquila, libero professionista. Che dire? La consueta vicenda pirandelliana? No: la solita, sconcertante vicenda di malaburocrazia e di cattiva amministrazione, dopo anni di pessima amministrazione e di pessima burocrazia. Il risultato è che i fondi destinati alla ex solfara Trabonella (situata, tra l’altro, all’interno della Riserva naturale orientata Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale, ente gestore Italia Nostra), rischiano di perdersi definitivamente. In questi anni di grave inerzia, tra l’altro, le strutture minerarie residue si sono ulteriormente deteriorate, consumate. Si ricorda, per dovere di cronaca, che chi scrive firmò, quasi dieci anni fa, nella qualità di presidente provinciale e regionale di Italia Nostra, gli atti pubblici necessari per l’attivazione delle analisi ambientali e le conseguenti bonifiche dei luoghi della solfara nissena. Si ricordano altresì le ripetute proteste e le meritorie azioni sul territorio del presidente dell’associazione Amici della Miniera Mario Zurli e del direttore della Riserva naturale orientata Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale Edoardo Bartolotta. Dunque, lo stato delle cose appare, quantomeno ai nostri occhi, chiaro, chiarissimo: il programma delle opere pubbliche di questa città e di questo territorio è in mano ai burocrati. Da decenni. Essi decidono cosa fare, come fare, quando fare. Dimostri la nuova Amministrazione comunale, insieme a tutte le altre pubbliche istituzioni, che le cose stanno cambiando, che le cose cambieranno. E d’altronde, nei casi di buona amministrazione, di buona programmazione e progettazione, processo, contenuto e regola coincidono. Virtuosamente. Positivamente.»
Nei casi di buona amministrazione le cosiddette “opere pubbliche” vengono realizzate bene, a regola d’arte, in tempi e modi adeguati. Con costi adeguati. Quando ciò non accade, è evidente, qualcosa non va. E la comunità paga un prezzo altissimo. E d’altronde, come ha affermato di recente il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Piercamillo Davigo, «la classe dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni più gravi».
Un’ultima cosa: nel corso di una recente passeggiata culturale (26 marzo 2016) al Cimitero Angeli, nell’ambito della manifestazione “Passio Communis”, volta alla lettura delle principali testimonianze dello storicismo architettonico ottocentesco e alla riscoperta delle sepolture degli uomini illustri nisseni, chi scrive è intervenuto evidenziando da un lato gli orrendi, recenti manufatti edilizi che connotano la parte nuova del cimitero, dall’altro evidenziando, nella parte antica, la malridotta lapide della umilissima tomba a loculo in cui giacciono le spoglie mortali dell’ingegnere Alfonso Barbera. Validissimo ingegnere capo del Comune di Caltanissetta, Alfonso Barbera è stato uno dei protagonisti dell’architettura ottocentesca nissena. Autore, tra l’altro, della Fontana di Villa Amedeo, della Chiesa di San Sebastiano, del Teatro Regina Margherita, di Palazzo del Carmine, del Cimitero Angeli e, nel 1881, del primo Piano Regolatore della città. «Qui dorme il sonno dei giusti…» è scritto sulla tomba dell’ingegnere Barbera. Certo: il sonno dei giusti in una città ingiusta e smarrita. Perduta. Una città che per troppo tempo è sprofondata nel sonno della ragione. Inesorabilmente.