Imprese creditrici Cmc, Pignatone (M5S): “Bisogna tutelare i baluardi della legalità e del lavoro del nostro territorio”

 “Sono oltre 100 le imprese siciliane creditrici del gruppo Cmc in crisi finanziaria e 2500 i dipendenti delle stesse aziende che vanno tutelati. Se da una parte il Governo nazionale e l’Anas stanno facendo il possibile per riprendere i lavori con Cmc già dal prossimo mese, e hanno scongiurato il licenziamento di centinaia di dipendenti, dall’altra dobbiamo prendere in seria considerazione l’emergenza dei creditori”. Lo dice il deputato del Movimento 5 Stelle Dedalo Pignatone che parla di “un vero allarme sociale”.

“Le aziende – spiega il parlamentare Cinquestelle – sono tutte in ‘white list’, significa che hanno certificato e dimostrato di essere contro e lontane da infiltrazioni mafiose e denaro da provenienza illecita. Purtroppo, lo stato dell’arte apre scenari variegati, da una parte le stesse imprese potrebbero vivere una crisi così forte da rischiare la chiusura, dall’altra potrebbero essere attratte da capitali non puliti. Per questo motivo, insisto che le aziende pulite vengano aiutate e subito”.

“È paradossale – va avanti il deputato – che quella che inizialmente veniva visto come una ventata di nuova energia economica nel nostro martoriato territorio, adesso rischia di diventare una morsa”.

“Il Governo farà di sicuro la sua parte, – conclude Pignatone – come ha già fatto in tutti questi mesi nei quali ha già aperto un tavolo di crisi aziendale, ha assicurato il pagamento degli stipendi e, a seguire, la cassa integrazione ai dipendenti della Cmc; e, infine, ha sollecitato l’Anas così che avviasse tutte le anticipazioni di cassa necessarie per la sopravvivenza del gruppo in crisi. Una dimostrazione della vicinanza di questo Governo alle imprese e alla Sicilia tutta. Non dimentichiamo che quanto sta accadendo è diretta conseguenza di una cattiva partenza, una gestione approssimativa del passato che ha portato alla situazione attuale. Per quest’opera, infatti, venne applicato un ribasso del 39 percento, quando gli analisti evidenziavano che un ribasso già superiore al 9-10 percento poneva in crisi il soggetto che avrebbe dovuto realizzare l’opera. Adesso, fa rabbia leggere certe dichiarazioni da scarica barile, quando chi doveva controllare non lo ha fatto a dovere”.

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