Il Vescovo Mons. Russotto: “Fatti e non parole, abbandonate i colori politici e siate tutti fari luminosi per la città”

Questa mattina il Vescovo della Diocesi di Caltanissetta,  Mons. Mario Russotto, ha celebrato una funzione religiosa nell’aula consiliare di Palazzo del Carmine dedicata ai dipendenti del Comune di Caltanissetta, al segretario generale Cinzia Chirieleison e degli organi politici. Hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Walter Tesauro, la Giunta Comunale, il presidente del Consiglio Comunale Gianluca Bruzzaniti, il vicepresidente Federica Scalia e alcuni consiglieri comunali.

Aprendo la celebrazione liturgica il Vescovo ha voluto ricordare l’antica destinazione d’uso del Palazzo, quello di monastero delle suore carmelitane e, dunque, già custode di momenti di preghiera e canti di lode.

Durante l’omelia Mons. Russotto ha esortato tutti i rappresentanti politici presenti e i dipendenti ad agire cercando sempre di promuovere il bene della città e dei suoi abitanti, mettendo da parte le appartenenze politiche a vantaggio del bene comune. Solo se si proseguirà su questa via si potrà ottenere il tanto auspicato rilancio economico, sociale e culturale di Caltanissetta.

Troppo spesso sono state ostacolate proposte virtuose per la città solo perché nate da una fazione opposta a quella di appartenenza – ha ribadito il Vescovo -. Prima di decidere e agire fermatevi a riflettere e chiedetevi quale bene si stia perseguendo: se quello personale, basato su gloria individuale ed egocentrismo, o quello collettivo.

Caltanissetta, per decenni, ha vissuto una stasi impaludata che, a differenza di quanto registrato in altri territori, ha ostacolato il progresso. In città da troppo tempo si registra una prevalenza individualistica dove, chi non vince, ostacola le idee altrui anche se virtuose. Il criterio <<nè io nè tu>> va abbandonato”.

 

Un altro aspetto che il Vescovo ha voluto sottolineare è quello di far parlare i fatti e non le parole. “Il Natale rappresenta Dio che scende sulla terra con noi per restare insieme a noi. Dalla sua nascita, quando fu definito <<infante>> poiché pronto ad agire con i fatti, fino ai 30 anni Gesù rimase nel silenzio nella casa paterna per svolgere il lavoro di falegname. Quando aprì la bocca lo fece solo per fare prodigi, restituendo la vista ai ciechi o la mobilità agli zoppi o resuscitando i morti. Non ha mai promosso sé stesso ma ha usato le parole per valorizzare i poveri e i peccatori, offrendo loro la possibilità di ricominciare. Un messaggio che va rivalutato soprattutto in questo periodo in cui la pace è stata sepolta e in mano si ha soltanto l’ascia di guerra”.

L’accoglienza indiscriminata è stato un altro tema affrontato dal vescovo durante l’omelia. “Alla capanna di Betlemme, luogo sperduto e dimenticato dai potenti, sono arrivati poveri pastori e nobili Re Magi. Gente del popolo, emarginati e intellettuali accanto, uno all’altro, senza pregiudizio ma con il desiderio di promuovere un obiettivo comune: raggiungere la grotta con il Bambino Gesù. Il figlio di Dio ha scelto di farsi uomo nella piccolezza, senza proclami, senza rumore, senza clamore. Un silenzio contrapposto ai proclami che il Governatore stava lanciando in tutto il regno per promuovere il censimento. Siate promotori di pace esercitando, in sinergia tra voi, con prudenza e coscienza, senza dare sfogo ad aggressività o violenza ma ponendovi come esempio di civiltà e portando umanità e sostegno al territorio – e ha concluso  esortando ad agire  a prescindere del proprio status di Magi o di pastori -. “Siate tutti portatori di luce senza attendere che siano altri ad assumersi la responsabilità di agire, senza rinunciare alla collaborazione, senza puntare il dito contro chi sbaglia ma andando incontro suggerendo soluzioni. Il Natale si festeggia in famiglia e la città, con i suoi cittadini, deve essere percepita come la nostra famiglia allargata. Non restate in silenzio a dormire ma svegliatevi e agite per il bene di tutti. Auspico che questo Natale riaccenda la fiammella della speranza e illumini il futuro per trasformare questo difficile presente in un futuro radioso. Non regalate oggetti ma opere di bene”.

Al termine della funzione il sindaco Walter Tesauro ha ringraziato il Vescovo per le parole di incoraggiamento e supporto e lodato tutti i dipendenti comunali che, con impegno serio e il sorriso, sono sempre pronti ad agire per il bene della città. “Indosso questa fascia tricolore da pochi mesi ma da subito ho aperto la mia porta a chiunque voglia proporre collaborazioni per il bene della città. Non abbiamo la presunzione di essere detentori della conoscenza ma sono fermamente convinto che cooperando insieme, senza pregiudizi, possiamo offrire risposte concrete ed efficaci per i problemi e le necessità dei cittadini”.