Il sigaro toscano compie 200 anni

ROMA – Il sigaro Toscano è la memoria storica dell’Italia. Lo fumava Giuseppe Garibaldi, e con un sigaro in mano guidò i Mille nella risalita da Marsala fino a Roma. E questa immagine è così iconica da far nascere il sigaro Toscano Garibaldi nel 1982, anno del centenario della morte dell’Eroe dei due mondi e in suo onore fu così chiamato da un’idea di Mario Soldati. Lo scrittore, appassionato fumatore di sigari, notò che il tabacco lavorato a Cava dei Tirreni era di colore più chiaro e il gusto più dolce e delicato rispetto ai sigari prodotti in Toscana; consigliò così di realizzare un nuovo sigaro. Oggi è il più venduto d’Italia. Ma la storia del sigaro Toscano precede anche Garibaldi: compie ora 200 anni, e come molte grandi invenzioni nacque per caso nell’agosto del 1815. Nella Manifattura di Firenze, una partita di tabacco – lasciata ad essiccare al sole estivo- venne bagnata da una pioggia improvvisa. Si decise di produrre dei sigari economici da smerciare in loco, e fu subito un successo: l’acqua, infatti, fece fermentare il tabacco dandogli un gusto del tutto nuovo. Nasce così il sigaro Toscano che poi entrò regolarmente in produzione dal 1818. In due secoli di storia, osserva Giorgio Musicò, patron del negozio di pipe Becker & Musicò presso Fontana di Trevi, «il sigaro era dapprima il fumo dei poveri. Nel film ‘La banda degli onestì Totò ne comprò uno proprio perchè economico per cambiare 10mila lire false. Ora questa idea si è ribaltata, e lo fumano direttori di giornali come Ferrara, politici come Bersani, registi; è un simbolo di potere ed è diventato competitivo con il Cubano. Ma quello lo fumano gli americani, in Italia invece – da una decina d’anni – il sigaro fatto a mano piace a professionisti e intellettuali; tutti vi ritrovano le radici, perchè siamo tutti figli di contadini, ed è un simbolo dell’artigianalità made in Italy. Il suo successo peraltro cresce con la contemporanea perdita d’immagine delle sigarette; chi le fuma oggi rischia di risultare un cittadino di serie B. Mentre gli uomini di potere – le donne fumatrici sono in netta minoranza – stabiliscono col sigaro un legame simbiotico, che coinvolge i quattro sensi, solo l’udito è escluso. Oggi comincia anche a crescere il fascino della pipa, un tempo relegata a uno stile più british del fumare, simbolo di flemma e di riflessione. La pipa è più complessa del sigaro, va curata mentre il sigaro prima o poi si getta. E proprio per questo – afferma Musicò – conquisterà chi fuma per il piacere di regalarsi momenti per sè». Oggi Sigari Toscano è un marchio registrato e gli originali, con detto brand, sono quelli prodotti nelle Manifatture di Lucca e Cava dè Tirreni da Manifatture Sigaro Toscano Spa, azienda nata nel 2006 a seguito della cessione del ramo dei sigari da parte di British American Tobacco (Bat) al gruppo Maccaferri«. Bat Italia aveva acquisito nel 2004 la produzione del tabacco italiano dall’Eti Spa privatizzando il monopolio. (ANSA).

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