Si terrà Lunedì 15 Gennaio alle ore 18.45 nella sede dell’associazione “Futura – costruiamo insieme la città” di Via Redentore n.73, il terzo incontro di FuturaLab, iniziativa promossa per cercare di dibattere e costruire insieme ai cittadini di Caltanissetta un progetto di rinascita del territorio del centro Sicilia.
Il tema dell’incontro sarà “Il diritto di restare, e le evidenze dalle quali Futura è stata ispirata sono quelle che rivelano gli ultimi dati ISTAT: nel Sud ci sono già più pensionati che lavoratori, e che dal 2012 al 2021 la Sicilia ha visto andar via quasi 200.000 persone, e che le province di Agrigento e Caltanissetta sono tra le più colpite da questo fenomeno di desertificazione sociale ed in particolare i piccoli centri.
Ne parleranno nell’incontro moderato da Silvia Pignatone dell’associazione Futura, Carmelo Traina fondatore dell’associazione Questa è la mia terra e io la difendo e Presidente del Centro Studi Giuseppe Gatì, Elena Militello Fondatrice e Presidente di South Working- Lavorare dal Sud e Marco Riggi AD di Molini Riggi Fratelli SRL, un giovane imprenditore che ha scelto di restare.
A differenza dei precedenti flussi migratori di inizio Novecento e del secondo dopoguerra, l’esodo di questi ultimi anni riguarda i giovani per lo più qualificati: vanno via i nostri ragazzi per studiare e poi per lavorare, non hanno la valigia di cartone ma lo zaino con il pc.
Questo flusso ininterrotto impoverisce strutturalmente il Mezzogiorno e genera un fenomeno ricorsivo: il Sud si priva di risorse umane qualificate e al contempo diventa sempre meno attrattivo per le menti più brillanti.
Futura si chiede: si può invertire questo trend negativo? E’ possibile pensare di assicurare ai nostri giovani non solo il diritto di partire per studiare, lavorare e vivere dove ritengono sia meglio per loro, ma anche il diritto di restare, il diritto di studiare, lavorare e vivere nel posto in cui sono nati?
E’ possibile pensare ad uno sviluppo del Sud del Paese “altro” rispetto al passato? A questo proposito sembra interessante il concetto di “restanza” introdotto dall’antropologo Vito Teti che parla del diritto di restare nella propria terra non nei termini di un nostalgico rimpianto per ciò che è stato e non è più, ma per rigenerare i luoghi di appartenenza, ripensarli rispondendo alle esigenze e ai desideri di chi è rimasto e di vorrebbe tornare a viverci.
Temi assai complessi, ma secondo l’associazione Futura cruciali in questo momento storico in cui rischiamo di perdere come Sud l’ennesimo treno sprecando, perdendo e dilapidando i fondi del PNRR