Il Cdm impugna la legge sui Liberi Consorzi vuole modifiche

REGIONE – Come già annunciato più volte, adesso è ufficiale. Il Consiglio dei ministri, pur prendendo atto della lettera del presidente Rosario Crocetta con la quale si impegna ad apportare alcune modifiche, ha impugnato la legge della Regione Sicilia numero 15 dell’agosto 2015 sui Liberi Consorzi comunali e sulle Città metropolitane. Lo stesso Governo spiega : “Talune disposizioni sono in contrasto con la legge Delrio. In caso di nuova normativa da parte dell’Assemblea regionale siciliana, che vada nel senso dei rilievi contenuti nell’impugnazione, il Governo valuterà l’opportunità di ritirare il ricorso”. Una porta rimasta aperta per consentire all’Ars di apportare velocemente le modifiche sulle parti della legge censurate, per poter comunque, il prossimo 29 novembre, giorno già stabilito per le elezioni di secondo grado, consentire a Sindaci e consiglieri comunali di votare il presidente del Libero Consorzio di Comuni o per il Sindaco della città metropolitana. Trattandosi di elezioni di secondo grado, voteranno solo gli amministratori comunali in carica. Tra le varie norme contestate, anche quella che prevede in Sicilia l’elezione della Giunta, mentre la “riforma Delrio” prevede che siano i presidenti consortili  o i sindaci metropolitani a nominare gli assessori.

Per il Presidente Crocetta, “l’impugnativa della legge sulle ex Province è un fatto tecnico, col sottosegretario Bressa abbiamo già raggiunto un’intesa sulle modifiche da apportare alla norma, in particolare sull’articolo che riguarda il voto ponderato. Il testo è già pronto, arriverà in giunta domani.

In proposito interviene il deputato nazionale di Area Popolare, Nino Bosco, che afferma : “Il governo sconfessa ancora una volta Crocetta e la sua politica politicante volta a moltiplicare i centri di potere per meri fini clientelari. Crocetta, e la sua strenua volontà di adottare una legge regionale sulla disciplina dei liberi consorzi comunali e delle città metropolitane palesemente incostituzionale, ha gettato nuovo discredito e imbarazzo sulla Sicilia e su tutti i siciliani. Bene ha fatto quindi il governo nazionale a decidere di impugnare una legge non solo sbagliata ma anche in aperto contrasto con la direzione impressa dalla riforma Delrio”.

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