Gucciardo, lettera aperta al sindaco Ruvolo

CALTANISSETTA – Riceviamo e pubblichiamo qui di seguito la lettera aperta di Alfonso Gucciardo al sindaco Giovanni Ruvolo

Ill.mo Sig. Sindaco di Caltanissetta,
entusiasmato dalla sua apertura alla collaborazione dei cittadini, (democrazia partecipata), spinto dall’amore per mia città da sempre terra di conquista di politicanti interessati più alle poltrone che all’effettivo interesse della comunità, il 14 Agosto mi munii di zappa e ripulii il marciapiede di Corso Umberto, nei pressi della Biblioteca Scarabelli, infestato da erbacce ed escrementi di cani.
Volli dare un esempio ai miei concittadini nella speranza di sollecitarne l’emulazione e contemporaneamente stimolare l’Amministrazione Comunale a meglio curare la città.
Nel mese di Settembre organizzai una riunione dei commercianti del viale Conte Testasecca e degli abitanti di Piazza Mercato – Grazia, per discutere la ristrutturazione della Piazza con fioriere ai balconi e illuminazione con lampioni. Alla riunione partecipò un centinaio di cittadini, a cui lei promise che entro Dicembre del corrente anno avrebbe trasformato quel posto buio e squallido in una splendida piazza.
Nel Settembre presentai all’ufficio tecnico del Comune, assessorato ville e giardini, un’istanza con cui chiedevo il permesso di rimuovere gli abbondanti escrementi dei cani, e le erbacce infestanti l’aiuola di Piazza Tripisciano e di abbellirla con qualche pianta ornamentale; precisavo che tutte le opere sarebbero state realizzate a mie spese, il Comune non avrebbe sopportato alcun esborso. Allegavo un fotomontaggio che raffigurava l’aiuola come la immaginavo. Fu allora che iniziarono le mie peripezie; salii e scesi innumerevoli volte la Scalinata San Francesco per accedere all’assessorato e sollecitare il permesso come un fastidioso questuante, spiegando ripetutamente al funzionario che quanto rappresentato nel fotomontaggio era soltanto un’idea che poteva essere mutata e rielaborata a piacimento dell’ufficio. Il funzionario di turno m’informò che “l’opera” sarebbe dovuta essere sottoposta al parere della soprintendenza e che i tempi d’attesa erano imprevedibilmente lunghi. Parere, sopraintendenza, tempi lunghi! Non chiedevo di rifare il monumento a Tripisciano o costruire nell’aiuola un ricovero per immigrati o una giostra, volevo soltanto renderla decente, eliminando una vera vergogna nel cuore del centro storico con il coinvolgendo nei lavori degli allievi dell’Istituto Agrario di Caltanissetta e di alcuni docenti di quella scuola. Ritengo che la proposta si sarebbe dovuta accogliere immediatamente e supportarla, stante, anche, la presenza dei giovani di cui si va sbandierando debbano essere avvicinati dalle istituzioni e educati alla coscienza civica. Dopo vari accessi all’assessorato … il miracolo: potevo procedere, per quella tipologia non necessitava alcun permesso documentale. Grande entusiasmo degli allievi dell’Istituto Agrario che sentirono l’orgoglio d’essere utili alla loro città; Ammirevole la disponibilità dei docenti, Prof. Leopoldo Lomaglio e Domenico Galletta. Terminata la fase della pulitura, si rinviò di qualche giorno la piantumazione, la definizione dei lavori e la consegna alla città. Il sogno durò soltanto poche ore, la mattina successiva ricevetti una telefonata dell’assessorato ville e giardini che mi comunicava l’ordine della soprintendenza a sospendere i lavori e m’imponeva il ripristino dello stato dei luoghi, con minaccia di denunzia penale. Forse uno scherzo? No, assurda triste realtà! Protestavo con l’assessore Amedeo Falci che confermava il divieto, sostenendo che non avevo comunicato all’ufficio tecnico l’inizio dei lavori; A nulla approdava la mia osservazione che non trattavasi di una concessione edilizia ma soltanto di un permesso a pulire e abbellire l’aiuola con qualche pianta e che avrei avuto grandi difficoltà a ripristinare lo stato dei luoghi rimettendo gli escrementi dei cani, l’erba infestante e i cadaveri degli uccelli trovati tra le fronde della pianta posta alle spalle della statua. L’assessore, strenuo difensore della burocrazia, rimaneva irremovibile e sosteneva la validità della sua tesi anche durante un colloquio avvenuto tramite Radio CL 1 e in seguito in un’intervista con il giornale di TFN. Per completezza aggiungo che, contrariamente a quanto assunto dall’ufficio tecnico, nessun provvedimento è venuto dalla soprintendenza. Insomma tutto questo bailamme è stato creato dall’assessorato.
Sig. Sindaco, questa vicenda non fa onore all’Amministrazione da lei diretta, ma se mi è concesso il termine, la espone al ridicolo; grande è stata la meraviglia e lo sconcerto dei cittadini, diffusa l’ilarità che ha provocato. E’ vero che queste cose avvengono in una città dove tutto accade e può accadere, ma “est modus in rebus”. Quanto è avvenuto, mi ha deluso profondamente, di ciò non me ne dolgo, ma ritengo intollerabile la grave offesa agli alunni dell’Istituto Agrario di Caltanissetta che hanno ricevuto un messaggio non edificante, ai docenti dell’Istituto che hanno speso il loro tempo e la loro professionalità, infine ai Cittadini che hanno assistito a uno spettacolo spregevole anche se sotto alcuni aspetti esilarante.
Tra tante negatività una buona notizia viene dall’assessore Falci che ha dichiarato la disponibilità del Comune a eseguire,in mia vece, le opere di sistemazione dell’aiuola. Sono contento che tutti i fastidi a me arrecati abbiano avuto alla fine la forza di smuovere il sonnolente assessorato ville e giardini inducendolo a compiere, anche se con grave ritardo, il proprio dovere.
I fatti accaduti attorno all’aiuola di Piazza Tripisciano sono l’emblema della peggiore forma di burocrazia e di politica che lei combatte.
Sig. Sindaco, se l’Amministrazione Comunale vuole riacquistare un minimo di dignità, dovrà convocare nel palazzo del Carmine gli alunni dell’Istituto Agrario e alla presenza di tutta la giunta chiedere scusa per quello che eufemisticamente definisco un pessimo modo d’amministrare; Questo sarebbe un bell’esempio di civiltà e democrazia; Sono certo che lei lo darà.
Da parte mia, d’ora in poi, dopo essere stato costretto a rinunziare alla sistemazione dell’aiuola di piazza Tripisciano, per aiutare la mia città non userò la zappa, non mi sobbarcherò a spese, non sciuperò il mio tempo che per la mia età è enormemente prezioso, ma userò una mia particolare caratteristica: l’ironia e la satira, certamente molto più divertenti.

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