Galleria raddoppio ss.640. Per gli esperti, possibili collegamenti sotterranei con il fenomeno delle maccalube

“I trafori per la costruzione delle galleria di raddoppio della ss 640 Agrigento Caltanissetta potrebbero attraversare le maccalube. Il Governo prenda in seria considerazione i diversi autorevoli studi geologici del territorio e facciano i dovuti controlli per la sicurezza dei lavori e gli abitanti delle aree interessate”. A dichiararlo è la deputata nissena del Movimento 5 Stelle Azzurra Cancelleri che pone l’accento, con una interrogazione rivolta al Ministero dei trasporti e delle Infrastrutture ed a quello del lavoro, sulla conformazione geologica dell’area sotterranea il capoluogo nisseno teatro dei lavori di scavo per la costruzione delle due gallerie lunghe oltre 4 km ciascuna della nuova ss 640. Nello specifico la deputata invita i ministeri a prendere in considerazione gli studi del professore Vincenzo Liguori, docente universitario di Geologia applicata presso la facoltà di ingegneria dell’ateneo palermitano, secondo i quali emergerebbe che i due tunnel stiano di fatto attraversando formazioni geologiche con caratteristiche del tutto simili a quelle delle maccalube. “Di fatto le Maccalube di Terra Pelata di Caltanissetta e quelle di Aragona nell’agrigentino – spiega la portavoce M5S – potrebbero essere collegate tra loro e la connessione potrebbe trovarsi proprio nel sottosuolo interessato dagli scavi. La talpa, ovvero il funzionale macchinario che sta scavando la doppia canna sta provocando, come era naturale, delle vibrazioni nella zona di via Pietro Leone, con danni alle abitazioni e rumori avvertiti dai residenti. Gli studi del professore Liguori mostrano come il fenomeno delle maccalube sia composto sostanzialmente da tre elementi, argilla, acqua bollente e gas. Ebbene nel corso degli scavi della Talpa, sono stati sinora riscontrati due elementi ovvero argilla ed acqua che lascerebbero presagire la presenza di gas, così come peraltro evidenziato dagli stessi studi commissionati dall’Anas. A questo punto – conclude la deputata nissena – occorre che i ministeri intervengano con urgenza, approfittando possibilmente del momentaneo stallo dei lavori per accertare che non vi siano pericoli per la realizzazione stessa dell’opera, per i lavoratori del cantiere e per i cittadini residenti sul versante sovrastante i tunnel, cittadini che di fatto stanno già subendo danni alle loro abitazioni, con pavimenti inclinati e vistose crepe strutturali ad abitazioni private ed edifici pubblici”.

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