Fingendosi finte assistenti sociali si sono introdotte all’interno dell’abitazione di una coppia di anziani rubando la somma di quattromila euro.
Ieri mattina la Polizia di Stato ha tratto in arresto due donne: Resizzi Scalora Giovanna, di 51 anni e Sesta Fortunata, di 30 anni, entrambe residenti a Catania, gravate da numerosi pregiudizi di polizia, poiché colpite da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Caltanissetta, su richiesta della Procura della Repubblica, con la quale è stato contestato alle stesse un furto in abitazione in concorso tra loro, con l’aggravante di aver approfittato delle condizioni di tempo, di luogo, personali e dell’avanzata età delle vittime, al fine di trarne profitto con l’inganno. In particolare, le due donne, nel luglio del 2016, dopo essersi introdotte col raggiro nell’abitazione di una coppia di anziani nisseni s’impossessavano della somma di quattromila euro che le vittime custodivano gelosamente all’interno di un armadio. Sul posto intervenne una pattuglia della Squadra Mobile e la malcapitata vittima riferì ai poliziotti dell’antirapina che quella mattinata, dopo aver finito di fare la spesa al locale mercato “Strata a Foglia”, mentre percorreva a piedi la strada per tornare a casa, fu avvicinata da due donne, a bordo di un’autovettura di colore bianco. Le donne, qualificandosi quali dipendenti di una cooperativa locale che si occupa di assistenza domiciliare pubblica agli anziani, le dissero che stavano andando a casa sua per farle compilare dei moduli per l’esenzione del ticket delle medicine e per evitare di farle pagare la tassa sui rifiuti. Le due donne in modo alquanto convincente, raggirarono la vittima riuscendo a farla salire sulla loro macchina, con la scusa di offrirle un passaggio a casa, riuscendo così ad accedere nell’abitazione, ove si trovava il marito ottantaseienne. Le due false assistenti, adottarono un modus operandi ben collaudato, riuscendo a portare a compimento il loro intendo criminale. Dopo avere iniziato una conversazione con i due anziani, riguardante i farmaci assunti da entrambi i coniugi, una delle due s’intratteneva con la moglie e l’altra, spacciandosi per un medico, faceva stendere il marito sul letto per sottoporlo a una visita medica. Ultimata la visita, le donne asserivano di avere dimenticato lo sfigmomanometro in macchina e si allontanavano per prenderlo. Poiché le predette tardavano a ritornare, l’anziana, insospettita chiedeva al marito di controllare se i loro risparmi si trovavano al loro posto e, con amara sorpresa, costatavano che le donne si erano impossessate dei loro risparmi pari a quattromila euro, che si trovavano nascosta all’interno della tasca di una giacca dentro l’armadio. Dalle dichiarazioni delle vittime emergeva che le due malfattrici avevano ben pianificato la commissione del reato, studiando per bene le abitudini degli anziani coniugi, adottando il giusto modus operandi. Infatti, inspiegabilmente, le ree erano a conoscenza che la coppia era assistita dalla cooperativa socio assistenziale locale. Le indagini hanno consentito di visionare le registrazioni dei filmati di alcuni sistemi di videosorveglianza installati in alcuni edifici ubicati nella zona interessata, individuando l’autovettura utilizzata dalle due false assistenti. Mediante il Sistema Centralizzato Nazionale Targhe e Transiti, (SCNTT), che registra il flusso veicolare sulle principali arterie della rete stradale nazionale, si rilevava il numero di targa dell’autovettura Opel Corsa di colore bianco con tetto di colore nero, immortalata dal predetto sistema, trovando conferma che la targa rilevata apparteneva all’autovettura utilizzata dalle due malfattrici per la commissione del fatto reato. Dal mezzo i poliziotti sono risaliti all’individuazione delle due donne, riconosciute in sede di individuazione fotografica dalle vittime. Le indagini hanno accertato che già in altre occasioni le due donne si sono rese autrici di analoghi reati in danno di altri anziani. L’A.G., facendo proprie le risultanze investigative, ha emesso le ordinanze di custodia cautelare in carcere. Le donne arrestate, difese entrambe dall’Avvocato Julio Celesti del Foro di Siracusa, dopo le formalità di rito, sono state associate alla Casa Circondariale “Piazza Lanza” di Catania a disposizione dell’A.G.