Fruitori dei cantieri servizio EX RMI, intervento dello SNALV – CONFSAL

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – La scrivente organizzazione sindacale SNALV – CONFSAL comunica che il proprio Ufficio Legale ha presentato al Giudice del Lavoro di Enna i ricorsi relativi per il riconoscimento della qualifica di lavoratori dei Beneficiari del Reddito Minimo di Inserimento (RMI) poiché, nonostante da anni espletano ininterrottamente attività lavorative negli uffici comunali,  percepiscono solo  un sussidio  proporzionato al numero dei componenti il nucleo familiare.

Sono stati presentati quelli relativi al Comune di  Barrafranca e presto si annuncerà con un’apposita conferenza stampa (COVID permettendo) il deposito di altri ricorsi riguardanti altri Comuni e, in particolare, quello di  Caltanissetta.

La decisione di adire la Magistratura è stata assunta, soprattutto, perché le lotte e le mobilitazioni sindacali contro la Regione per il  predetto riconoscimento non ha avuto, finora,  l’effetto sperato. Anzi, con le ultime Leggi Regionali e Statali, si è arrivati al paradosso per cui per i nuovi Cantieri di Sevizio trimestrali per disoccupati  e per i fruitori del Reddito di Cittadinanza (  in attesa di offerte di lavoro) sono stati previsti compensi superiori a quelli erogati ai Lavoratori RMI a parità di ore espletate e di compiti svolti. Una palese e insopportabile ingiustizia.

Un inammissibile e odioso sfruttamento della Pubblica Amministrazione che consente ai Comuni ormai da più di 15 anni  della provincia di Enna e di Caltanissetta  di utilizzare ininterrottamente questi lavoratori del RMI  senza versare agli stessi i contributi previdenziali e compensandoli con una indennità  pari a circa un terzo della normale retribuzione oraria. Di fatto un lavoro in nero. 

Il misero sussidio legato al nucleo familiare, peraltro, mai adeguato al costo della vita,  aveva un senso e una sua logica allorchè  nel 2005 la Regione, nell’ambito delle politiche di coesione sociali  per fronteggiare  la povertà e la disoccupazione, istituiva appunto i Cantieri di Servizi Comunali per gli RMI prevedendoli però temporalmente definiti per attività straordinarie e di supporto ai servizi comunali in attesa di uno sbocco lavorativo.  Tutto invece è rimasto come allora, nessuno  dei beneficiari  ha trovato lavoro ed i Comuni non solo li utilizzano come i dipendenti comunali in  compiti di istituto  ma hanno, perfino, adottato un  Regolamento che prevede sanzioni disciplinari in caso di inadempimenti degli stessi stando a significare che disimpegnano le attività come i dipendenti comunali.

Lo SNALV è fiducioso e spera in una sentenza di accoglimento dei ricorsi, peraltro la stessa Cassazione con diverse sentenze  ( n°17014/17 e n° 6155/18 ) ha stabilito: “che in caso di svolgimento  di una prestazione lavorativa in tutto sovrapponibile a quella degli altri dipendenti non può invocarsi la natura assistenzialista del rapporto instaurato tra le parti; in tal caso il rapporto di fatto intercorso come subordinato resta regolato dall’artt. 2126 del codice civile”. Norma che prevede una retribuzione proporzionata al lavoro svolto sufficiente per mantenere con decoro la propria  famiglia in linea con l’art. 36 della nostra Costituzione.

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