Frode fiscale. Operazione “Ghost credit” della Guardia di Finanza

Si è conclusa nei giorni scorsi, con la notifica di 17 avvisi di conclusione delle indagini preliminari, l’operazione
denominata “GHOST CREDIT” dei Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Enna, che
ha colpito un’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale radicata nella provincia di Enna, alla quale
hanno aderito numerosi imprenditori, diversi intermediari e taluni professionisti compiacenti.
I suddetti provvedimenti, in particolare, sono giunti al termine di articolate indagini, condotte dai militari del
Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Enna e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, che hanno
portato al sequestro preventivo, disposto dal G.I.P. del Tribunale di Enna, di somme di denaro, beni e altre utilità, per un importo complessivo di oltre 1,2 milioni di euro nella disponibilità dei numerosi soggetti, persone fisiche e imprese, coinvolti nella frode fiscale.
Lo sviluppo delle attività investigative ha consentito, infatti, di delineare un univoco quadro indiziario che ha
visto coinvolto un commercialista della provincia ennese nell’asseverazione di falsi crediti IVA, quantificati in
oltre 1,5 milioni di euro, originati da un’impresa edile a fronte di lavori mai eseguiti. Tali crediti di imposta sono
stati in seguito commercializzati da una società di servizi ennese in favore di 47 imprenditori che, pagandoli il
30% del loro valore nominale, hanno così potuto indebitamente compensare i propri debiti nei confronti dello
Stato, per un ammontare pari al valore nominale, maturati a fronte di imposte e contributi previdenziali o
assistenziali dovuti.
Le indagini, in origine circoscritte al territorio ennese ed in seguito estese, con l’esecuzione di numerose
perquisizioni e sequestri di documentazione contabile, a diverse aree del Paese, hanno consentito di individuare
tutte le realtà societarie e imprenditoriali coinvolte nella frode, ubicate non solo in Sicilia, ma anche in
Lombardia, Emilia Romagna e Liguria, nei confronti delle quali scatteranno ora le contestazioni amministrative
per recuperare il maltolto e le relative sanzioni.