Frigomacello, assoluzione piena per il presidente dell’Irsap Cicero

In nessun atto il presidente dell’IRSAP, Alfonso Cicero ha mancato di osservare l’ordinanza sindacale del gennaio 2012 riguardante il frigomacello della zona industriale di contrada Calderaro, per il semplice motivo che le attività da compiere non competevano a lui.

Il presidente dell’Irsap, Alfonso Cicero esce con un’assoluzione piena, per non aver commesso il fatto, dal procedimento riguardante il frigomacello, in relazione alla presunta inosservanza dell’ordinanza sindacale emessa dall’allora sindaco Michele Campisi riguardante la tutela della salute pubblica.

Il giudice monocratico del Tribunale di Caltanissetta, dr.ssa Angela Gagliano, ha pronunciato stamane la sentenza di piena assoluzione di Cicero, così come sollecitato dallo stesso pubblico ministero, Maria Pia Galante. A difendere il presidente dell’Irsap, gli avvocati Licia D’Amico e il prof. Alfredo Galasso.

L’ordinanza emessa da Campisi, chiamava illegittimamente in causa il Consorzio Asi di Caltanissetta, in qualità di proprietario. Gli adempimenti erano invece a carico del gestore, la cooperativa “Le Verdi Madonie” di Geraci Siculo, che aveva illegittimamente sub-affittato la struttura alla società Trm Srl di Paolo e Angela Randazzo, padre e figlia, di recente condannati a 1 anno e 6 mesi per macellazione di carne in stato di putrefazione, processo in cui il consorzio Asi era parte civile ottenendo una provvisionale immediatamente esecutiva di 30 mila euro.

“Come sempre ho posto la totale fiducia nello Stato e nella Magistratura, rifiutando la possibilità di un’oblazione e scegliendo di andare nel merito, attraverso un procedimento che oggi mi vede pienamente assolto”, afferma il presidente dell’Irsap, Alfonso Cicero. “Voglio però sottolineare l’incredulità e l’amarezza che rimangono in questa vicenda. Nell’ambito di un rapporto di collaborazione tra istituzioni, il Consorzio Asi aveva messo il sindaco Campisi in condizione di risolvere la vicenda del frigomacello. Inaccettabile e assurdo – prosegue Cicero – che un sindaco, che aveva il potere e dovere di ripristinare la legalità, abbia invece attaccato chi, come me, condusse una battaglia per riportare la gestione dell’impianto dentro le regole, denunciando lo scandalo del frigomacello e degli ambienti opachi e collusi che avevano fatto da proscenio a tutta la nota vicenda”.

“Avevo anche predisposto un bando per poterlo affidare – prosegue Cicero – e mi sono invece trovato un sindaco che in modo inaudito si è scagliato contro di me, salvo poi in aula asserire di non saper quasi nulla di un’ordinanza che egli stesso aveva firmato, cercando di dare responsabilità ad altri all’interno del Comune”. “Aggiungo che ancora deve essere riconsegnata la struttura all’ex Consorzio Asi, nonostante vi sono delle precise ordinanze del Tribunale di Caltanissetta. A tal proposito ho denunciato di recente  alla Procura della Repubblica di Caltanissetta “Le Verdi Madonie” anche per inottemperanza alla citata ordinanza e altri fatti”.

“Il sindaco – spiega infatti l’avvocato Alfredo Galasso – sarebbe potuto intervenire. Avrebbe potuto sequestrare l’impianto. Non lo ha fatto non so per quali suggerimenti interni o esterni ricevuti”.

Sul frigomacello, secondo l’avvocato Galasso, “vi sono responsabilità di una serie di appartenenti a un sistema di potere criminale, politico e in parte mafioso, dovute al fatto che in questi anni la struttura è stata gestita da una cooperativa, Le Verdi Madonie, e a sua volta gestita dalla società Trm Srl, che ha ridotto il firgomacello in condizioni tali da subire una condanna per reati contro l’igiene e la salute pubblica e ha reso inutilizzabile, tutt’ora, un bene destinato alla collettività. Tutto nasce, purtroppo, dal solito e consueto progetto di accaparramento e sfruttamento politico mafioso”, conclude il prof. Galasso.

“Il presidente Cicero – aggiunge l’avvocato Licia D’Amico – ha fatto molto più di quello che, da proprietario, doveva fare, perchè ha compiuto attività di controllo e di stimolo. Certo non poteva ottemperare a un’ordinanza che atteneva al gestore del frigomacello e in alcun modo all’Asi”.

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